Rende, sequestrato il fiume Surdo: Ditta del comune ha distrutto ecosistema

Tra le contrade Saporito e Linze. Una società incaricata dal comune ha estirpato la vegetazione deviando il corso delle acque. Gravi i reati ipotizzati

Carlomagno

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sequestro fiume surdo Militari del Gruppo carabinieri-forestali di Cosenza hanno sottoposto a sequestro un tratto di 1,6 km del fiume Surdo, a Rende, per lavori di sbancamento risultati irregolari effettuati da una ditta incaricata dal Comune che è stata denunciata.

Il sequestro è avvenuto lunedì a seguito di una verifica dei lavori in corso lungo il tratto del Fiume che attraversa il Comune di Rende nelle contrade “Saporito” e “Linze”. I militari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Cosenza, hanno accertato che erano in corso dei lavori di sistemazione dell’alveo effettuati attraverso l’utilizzo di pale meccaniche e ruspe con le quali è stata estirpata tutta la “vegetazione ripariale” presente, elemento importante dell’ecosistema fluviale.

Gli scavi effettuati hanno inoltre modificato il naturale corso di deflusso delle acque con le conseguente modifica permanente dello stato originario dei luoghi. I lavori sono stati effettuati in assenza di nulla osta paesaggistico ambientale su di un tratto di fiume classificato nel vigente Piano di assetto idrogeologico della Regione Calabria a rischio inondazione con il massimo grado, R4.

L’area interessata ai lavori, seppur posta marginalmente al centro abitato del comune di Rende, era composta da una rigogliosa vegetazione arbustiva, ora completamente sradicata, formata da salici, canneti di yucca, ed altre essenze tipiche di questo tipo di ecosistema dove trovavano riparo numerose specie di avifauna acquatica quali garzette, aironi e anatidi.

L’area di cantiere, sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, è stata sequestrata a carico di una ditta edile che operava dietro appalto del Comune di Rende. L’ipotesi di reato a carico del responsabile della ditta è trasformazione permanente dello stato dei luoghi in assenza di autorizzazione paesaggistico ambientale e distruzione e deturpamento di bellezze naturali sottoposte a speciale protezione. Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti riguardanti possibili irregolarità negli atti amministrativi.