‘Ndrangheta, catturato a Rose il latitante Francesco Strangio

L'uomo è ritenuto contiguo alla cosca Strangio-Janchi di San Luca. Deve scontare 14 anni per narcotraffico internazionale. Sorpreso in una mansarda sulla provinciale

Carlomagno

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Francesco Strangio dopo l'irruzione a Rose
Francesco Strangio dopo l’irruzione dei carabinieri a Rose

I carabinieri di Reggio Calabria e Cosenza, insieme ai cacciatori di Calabria, hanno catturato ieri sera Francesco Strangio, ritenuto dagli investigatori tra i latitanti più pericolosi. L’uomo, in fuga da un anno, è stato rintracciato a Rose, piccolo comune del Cosentino in un appartamento all’ultimo piano di un condominio del centro abitato, in contrada Petraro. I militari, già sulle sue tracce, lo hanno individuato dopo indagini serrate che sono durate circa un anno. L’irruzione è scattata prima delle 21.

L’uomo è stato sorpreso solo all’interno della casa. Gli specialisti dell’Arma hanno dovuto abbattere la porta blindata dell’appartamento per poterlo ammanettare. Secondo quanto riferito dai militari, Strangio, aveva con sé documenti falsi o comunque rubati e qualche migliaia di euro in contanti. Stava per spostarsi dopo una sosta a Rose di un paio di settimane. I militari hanno infatti trovato delle valigie pronte, segno di una imminente partenza.

Ritenuto contiguo alla cosca Strangio-Janchi di San Luca, Strangio deve scontare 14 anni per narcotraffico internazionale, per aver negoziato e gestito l’importazione di ingenti quantità di cocaina dal Sudamerica. Nell’operazione sono stati impiegati anche i Carabinieri dello Squadrone Cacciatori di Vibo Valentia.

Nato a Locri il 10 luglio 1980, Francesco Strangio – già condannato per reati in materia di stupefacenti, rapina e porto abusivo di armi, nonché già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno – era ricercato dal 17 gennaio 2018, essendosi sottratto ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, in quanto già condannato in via definitiva alla pena di 14 anni  di reclusione e 60.000 euro di multa poiché ritenuto elemento di spicco di un’associazione finalizzata al traffico internazionale (con il Sudamerica, la Germania ed il Belgio) di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.

In particolare, l’indagine in argomento aveva consentito di documentare l’importazione della sostanza stupefacente attraverso la spedizione con carichi di copertura, a bordo di navi salpate dal Sud America e giunte in porti del nord Europa, quali Amburgo ed Anversa. Strangio, più volte indagato nell’ambito di operazioni antidroga, è ritenuto dagli inquirenti un vero e proprio broker del narcotraffico internazionale, in grado di gestire – in prima persona ed in stretta collaborazione con Bruno Pizzata classe 1959, considerato vertice dell’organizzazione che attualmente sta scontando in carcere una condanna a 30 anni di reclusione –le trattative per l’acquisto di ingenti quantitativi di cocaina.

Il latitante è stato localizzato presso un appartamento sito al terzo piano di un condominio sito in contrada Petraro, frazione abitata di Rose attraverso una prolungata attività info-investigativa condotta sinergicamente dai Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza e Reggio Calabria e coordinata dalle Procure Distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria, a seguito della quale si è proceduto ad una progressiva “saturazione d’area” con il supporto specialistico dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria.

Tale attività ha consentito di individuare l’ultimo nascondiglio del latitante in un insospettabile condominio posto su una confluenza di più assi viari, ubicazione che ne avrebbe certamente facilitato la fuga in caso di intervento delle Forze di Polizia.

Tale rischio, spiegano i militari, è stato annullato da un’accurata cinturazione dell’area e dall’azione fulminea dei Carabinieri, che hanno fatto accesso nell’appartamento mediante l’abbattimento della porta blindata d’ingresso. Il pregiudicato è stato quindi colto di sorpresa e, non opponendo alcuna resistenza, è stato immediatamente bloccato dagli operanti.

Nel corso della perquisizione dell’immobile e pertinenze, sulla cui proprietà sono in corso ulteriori accertamenti, sono stati rinvenuti e sequestrati circa 8.000 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecite,un passaporto e diverse copie di carte d’identità intestate a terzi soggetti (acquisiti per essere contraffatti con la sostituzione della fotografia), un bilancino di precisione e 3 telefoni cellulari parzialmente bruciati, in quanto lanciati nel caminetto presente all’interno dell’appartamento.

L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Cosenza, in viale Mancini, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Comandante  Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, tenente colonnello Piero Sutera, nel rimarcare la valenza dell’operazione condotta, ha evidenziato che “le articolate e prolungate indagini che hanno portato alla cattura del latitante sono frutto del lavoro in piena osmosi posto in essere dalle varie componenti territoriali, mobili e speciali dell’Arma dei Carabinieri, il cui impiego consente di affermare in maniera capillare l’autorità dello Stato sul territorio”.