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Diciotto persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Montegiordano per caporalato e
immigrazione clandestina. Le fiamme gialle hanno identificato 56 soggetti reclutati in violazione dei contratti nazionali e provinciali del comparto agricoltura.
I Finanzieri cosentini, impegnati in posti di controllo nell’area urbana di Roseto Capo Spulico (CS) hanno sottoposto a fermo – tra gli altri – sette furgoni in cui erano stipati,
alcuni anche all’interno del vano portabagagli, in condizioni degradanti, cinquantasei braccianti agricoli stranieri di nazionalità pakistana, nigeriana, bulgara e rumena, provenienti dalle campagne lucane dove avevano prestato la propria manodopera presso
aziende agricole.
I braccianti sono stati quindi accompagnati presso gli uffici della Tenenza per essere identificati ed escussi a sommarie informazioni, anche con l’ausilio di interpreti.
Sulla base delle dichiarazioni fornite e della documentazione rinvenuta a bordo dei mezzi, è emerso che gli stessi erano stati reclutati in violazione dei contratti nazionali e provinciali del
comparto agricoltura ed impiegati presso le agricole percependo paghe nettamente inferiori a quanto stabilito dalle norme contrattuali.
Dopo aver accertato l’identità di tutti i braccianti fermati, è emerso che sette di loro erano in possesso di permesso di soggiorno scaduto e privi di richiesta di rinnovo.
All’esito dell’operazione sono stati deferiti, a piede libero, alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla, 11 “caporali” (tra cui i tre
titolari delle aziende lucane) in concorso tra loro, per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, per il quale rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.
Sette i braccianti irregolari segnalati alla Procura della Repubblica per violazioni al testo unico sull’immigrazione.