Processo Tesi, la Cassazione annulla condanne per Vigna e Spataro

Spataro rientra in giunta. Soddisfatti il sindaco Mario Occhiuto e la vice Santelli: "Convinta della loro estraneità". Per i due nuovo processo d'Appello

Carlomagno

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Da sinistra Michelangelo Spataro e il sindaco Mario Occhiuto

“Una buona notizia che mi riempie di gioia. La Suprema Corte di Cassazione ha annullato le condanne del processo Tesi a Luciano Vigna e a Michelangelo Spataro, due fra i miei più validi collaboratori ma, soprattutto, miei amici carissimi”.

È quanto afferma il sindaco di Mario Occhiuto dopo la decisione della Cassazione. “Questo – aggiunge il sindaco – dimostra, ove ci fosse bisogno, come debba essere sempre rispettato il principio della presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione. E dimostra inoltre come pure lontano dai riflettori e dai condizionamenti della (mala) politica le vicende si chiariscono in modo più sereno e secondo giustizia. Sono quindi veramente felice e faccio ai miei due buoni e vecchi amici gli auguri più sentiti e affettuosi. Naturalmente ho conservato il posto in Giunta per Michele, che ora rientrerà subito nell’esecutivo, perché è giusto e perché ci può dare una grande mano”. Vigna e Spataro, che erano stati in Giunta comunale con Occhiuto, dovranno essere sottoposti ad un secondo processo d’appello.

“Esprimo soddisfazione per la decisione della Suprema Corte di Cassazione di annullare le condanne inflitte ai presunti responsabili del fallimento Tesi, tra i quali c’erano Luciano Vigna e Michelangelo Spataro. Ero estremamente convinta della estraneità dei due amministratori comunali di Cosenza ad ogni addebito”. Lo afferma in una nota Jole Santelli coordinatrice regionale di Forza Italia Calabria. “Questa sentenza – prosegue – dimostra ancora come il principio cardine della nostra Costituzione, la presunzione di innocenza e, sia stato e sia ancora stravolto da chi parte dalla presunzione di colpevolezza. Non basta essere indagati o rinviati a giudizio per essere vittime di gogne mediatiche e nemmeno essere condannati in via non definitiva. A mio avviso la legge Severino è profondamente sbagliata laddove incide pesantemente su procedimenti non esauriti”.