Inchiesta Passpartout, resta a Catanzaro il processo contro Oliverio, Occhiuto e Adamo

I difensori hanno tentato invano di spostare il processo a Cosenza, dove si sarebbero consumati i reati in merito a presunti illeciti sul nuovo ospedale di Cosenza e sulla Metro leggera

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
Mario Oliverio e Nicola Adamo
Mario Oliverio e Nicola Adamo

Resta a Catanzaro il processo denominato “Passpartout”, scaturito da un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, in cui sono coinvolte 20 persone, tra le quali il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio; il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, e l’ex consigliere regionale del Pd Nicola Adamo, accusati, a vario titolo, di corruzione propria aggravata, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture.

L’inchiesta riguarda presunti illeciti negli appalti per la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza e della metro leggera per collegare il capoluogo bruzio a Rende e all’Università della Calabria.

Il gup, Carlo Saverio Ferraro, ha rigettato tutte le eccezioni preliminari che erano state avanzate dai difensori, secondo i quali il dibattimento si sarebbe dovuto celebrare, per competenza territoriale, davanti al Tribunale di Cosenza in considerazione del fatto che gli illeciti contestati sarebbero stati commessi nella città bruzia.

E’ stata rigettata inoltre l’eccezione sull’inutilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche. I difensori di Oliverio, Occhiuto ed Adamo, intanto, hanno reso noto che non richiederanno per i loro assistiti riti alternativi e che, in caso di rinvio a giudizio, andranno a dibattimento.