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Su un campione di 14.860 decessi avvenuti in Italia dall’inizio dell’emergenza, ossia dal 20 febbraio 2020, la Calabria occupa il quart’ultimo posto in “classifica” con lo 0,3%, pari a 40 deceduti. E’ quanto emerge dal report del 6 aprile dell’Istituto superiore di Sanità.
La Lombardia con 8.915 decessi ha la percentuale più alta con il 60%. Segue l’Emilia-Romagna con 2.038 decessi pari al 13,7%; al terzo posto il Piemonte con 961 decessi (6,5%). Seguono il Veneto (668 decessi, 4.5%); la Liguria con 460 morti (3.1%) e poi giù con le Marche che conta 278 decessi pari all’1.9%.
Stesse percentuali della Calabria le registrano in coda Umbria e Sardegna, mentre Abruzzo Basilicata e Molise hanno rispettivamente lo 0.2, e lo 0,1 percento.
Su un campione di 1.290 deceduti analizzati, i pazienti morti con zero patologie sono stati dall’inizio dell’emergenza 42. Facendo una progressione media con il campione di quasi 15mila decessi a lunedì 6 aprile si può stimare che quelli avvenuti per il solo Covid sono all’incirca 480. Una stima approssimativa, occorre sottolineare, che va però confermata con i prossimi report dell’istituto di sanità.
Dallo stesso campione analizzato (1.290) si evince che i pazienti morti con una sola malattia pregressa sono 186, pari al 14,4%. Con due malattie 264 decessi (20,5%); mentre 768 persone sono decedute con 3 o più patologie pregresse (61,9%).
Sul campione dei 14.860 decessi l’età media dei pazienti deceduti e positivi al covid-19 è di circa 78 anni, mediana 80 tra uomini e donne.
Al 6 aprile sono 178 dei 14.860 (1,2%) pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 42 di questi avevano meno di 40 anni (28 uomini e 14 donne con età compresa tra i 5 e i 39 anni).
Di 6 pazienti di età inferiore ai 40 anni – spiega sempre l’Iss – non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 28 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 8 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.