Sequestrata Piazza Bilotti, 13 indagati. Falso collaudo. Guai per Occhiuto

Carlomagno

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Nuova bufera giudiziaria a Cosenza, dove stamane i militari della Guardia di finanza hanno (nuovamente) posto i sigilli di sequestro su Piazza Bilotti e al parcheggio sotterraneo. Nell’inchiesta, della Dda di Catanzaro, in codice “Piazza sicura”, sono finiti 13 indagati, tra cui il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, già coinvolto in passato in altre inchieste per la realizzazione della nuova piazza nel cuore della città, Giorgio Ottavio Barbieri, l’imprenditore ritenuto vicino al clan Muto di Cetraro già finito in manette lo scorso anno.

Il sequestro è stato disposto in relazione ai delitti di falso, relativi agli atti della procedura di collaudo dei lavori di intervento di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo- culturale dell’ex piazza Fera.

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il pm, Veronica Calcagno, e il coordinamento del procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, e del procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri.

Il vincolo reale sulla Piazza – spiega una nota della procura catanzarese – si è reso necessario al fine di scongiurare che, dal perdurante utilizzo della stessa, per manifestazioni pubbliche, potesse derivarne pericolo per la pubblica incolumità.

L’attività è intervenuta nell’ambito delle investigazioni connesse alla gestione dell’appalto per la “riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale di Piazza “Carlo Bilotti” e realizzazione di un parcheggio interrato,” – del valore di 15.755.000 euro di cui 11.993.778  euro di finanziamento pubblico e oltre 3,7 milioni a carico del privato imprenditore – e relative alle ipotesi di reato, riguardanti pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti, indagati, a vario titolo, per falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, mancanza del certificato di collaudo, e con la previsione, per uno degli indagati, dell’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare le attività della cosca “Muto” di Cetraro.

In particolare, le indagini, svolte mediante attività tecniche d’intercettazione e attività di riscontro documentale, hanno permesso di delineare le ipotesi di plurimi reati di falso, finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo, di rivelazione di segreto, posta in essere da un pubblico dipendente in relazione ad attività ispettive che dovevano essere avviate sul cantiere, e affidamento e frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi posti dalla normativa vigente in materia
di appalti.

Con riferimento specifico al provvedimento di sequestro eseguito in data odierna, dalle attività di indagine è emerso che, la cerimonia pubblica di inaugurazione di piazza Bilotti, al termine dei lavori di riqualificazione, avvenuta in data 17 dicembre 2016 con la presenza di migliaia di persone, è stata svolta in mancanza del certificato di collaudo, condizione imprescindibile all’apertura al pubblico della fruibilità della medesima opera pubblica.

Il collaudo dell’opera, formalmente eseguito in data successiva a detto evento inaugurale (ovvero il 30 dicembre 2016), dalla ricostruzione investigativa risulta effettuato sulla scorta di un certificato ritenuto ideologicamente falso, nel quale è stata attestata la corretta esecuzione delle opere a fronte di fessure e crateri riscontrate sulle travi portanti della piazza, non ancora effettivamente riparate a quella data.

Ciò scaturiva dalla necessità di corrispondere alle pressanti richieste dell’amministrazione comunale di Cosenza, legate anche alla volontà di non spostare in altro luogo il concerto di
fine anno 2016 (evento effettivamente tenutosi).

Dalla ricostruzione investigativa, risulta, inoltre, il deposito, presso i competenti uffici della Regione Calabria e del Comune di Cosenza, di documentazione attestante prove tecniche su
strutture e materiali, nella realtà non ancora effettuate.

Le persone coinvolte nell’inchiesta della Dda

Gli indagati in questa inchiesta sono Mario Occhiuto, Giorgio Ottavio Barbieri, Francesco Converso, Antonino Alvaro, Raffaella Angotti, Gianluca Guarnaccia, Francesco Stellato, Francesco Tucci, Pasquale Torchia, Carlo Vernetti, Raffaele Antonio Ferraro, Carlo Pecoraro, Paola Tucci.