Audio sui social: “Tamponi mai processati”. Esposto del M5s. Regione Calabria: “Falso per screditarci”

Carlomagno

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In un audio che sta circolando sui canali social, il cui autore si definisce un operatore del 118, si denuncia “il congelamento di tamponi mai processati” fatti a persone che sono rientrate dal nord dal 4 maggio in poi. L’autore dell’audio cita un magazzino Asp di Serra Spiga a Cosenza, dove verrebbero conservati i presunti tamponi non processati. Un magazzino dove vi sarebbero diversi frigoriferi che secondo l’autore dell’audio li avrebbe mandati la Regione. In questi frigoriferi, dice l’ignoto autore, “c’erano migliaia di tamponi mai processati e mai portati in virologia”.

La denuncia del parlamentare del M5s Sapia
Il caso ha sollevato un vespaio di polemiche sui social, mentre il parlamentare del M5s Francesco Sapia ha fatto sapere di aver denunciato tutto in procura. “Abbiamo scoperto – scrive Sapia su fb – uno scandalo allucinante, se confermato qualcuno andrà in galera. Migliaia di tamponi in Calabria sarebbero stati congelati e mai inviati ai laboratori di analisi per capire se le persone sono affette da Covid o no. Quindi tutti i numeri che ci hanno dato sull’epidemia sarebbero falsi e la popolazione corre un grande rischio. Ho già trasmesso tutto alla Procura. Non ci fermiamo e andiamo avanti, i calabresi devono sapere la verità!”.

La Regione Calabria in una nota fa sapere che si tratta di una “notizia falsa per screditare la Regione”.
“Con riferimento – si legge – ad un audio messaggio diffuso in data odierna, ripreso anche sui media, di un sedicente operatore del 118 che denuncia “…. i giochini che stanno facendo alla regione Calabria per non processare i tamponi che vengono eseguiti alle migliaia di persone che sono rientrate in questi ultimi giorni dal nord…..”,  la Regione Calabria evidenzia che si tratta di notizie false e tendenziose, manifestamente infondate e tese a denigrare l’immagine di una regione che, invece, ha risposto brillantemente all’emergenza coronavirus.

In realtà, ad oggi sono circa 1.500 in tutta la Regione  i tamponi in corso di lavorazione, così ripartiti:  500 circa presso il Pugliese, 500 all’ASP di Reggio Calabria e 500 presso la Centrale Operativa del 118 dell’ASP di Cosenza. Tutti i campioni risultano custoditi sulla scorta della circolare del Ministero della Salute del 22 gennaio 2020, che prevede la conservazione degli stessi fino a 5 giorni ad una temperatura di 4°”.

Si evidenzia, altresì, che I laboratori di microbiologia accreditati dalla Regione stanno processando quotidianamente circa 1.300 tamponi, con una media di 10.000 a settimana. Finora risultano processati oltre 45.000 tamponi.

L’importante numero di rientri dalle altre Regioni, avvenuti nella scorsa settimana, ha comportato un impegno ulteriore dei laboratori che riusciranno a garantire, comunque, il rispetto dei tempi previsti dalla circolare ministeriale del 22.1.2020.

In ogni caso il Dipartimento “Tutela della salute” ha già provveduto ad informare le competenti autorità giudiziarie al fine di valutare l’esistenza di eventuali ipotesi di reato, anche rispetto al procurato allarme”, conclude la nota della Regione Calabria.

“Io resto in Calabria” chiede chiarezza e interroga Santelli: “Cos’ha fatto la Regione in due mesi?”
“È necessario che si faccia piena chiarezza sui ritardi e sulle falle che si stanno registrando in tutta la Calabria nell’analisi dei tamponi per la ricerca del Covid-19. La Regione deve ai calabresi delle spiegazioni più esaustive di quelle fornite nella stringata nota del dipartimento Tutela della Salute. Soprattutto deve chiarire cosa sia stato fatto per prepararsi a garantire la sicurezza dei calabresi che, in virtù di un loro sacrosanto diritto, stanno rientrando in Calabria in questi giorni”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali di “Io resto in Calabria” Pippo Callipo, Graziano Di Natale e Marcello Anastasi, che annunciano di aver depositato un’interrogazione a risposta scritta rivolta alla presidente della Regione Jole Santelli.

Alla luce del fatto che “lo stesso Dipartimento Salute ha ammesso che un rilevante numero di tamponi non è stato ancora processato ma è stato bensì conservato in attesa di essere esaminato», Callipo, Di Natale e Anastasi chiedono se ciò sia avvenuto su precisa disposizione della Regione, in virtù di quale atto, nonché «quali siano nello specifico le modalità, le condizioni e i tempi di conservazione dei test».

“Tale procedura – chiedono inoltre i consiglieri regionali  – è stata concordata con gli esperti della Task force istituita dalla Regione? Rispetto ai tamponi finora effettuati presso le stazioni di servizio autostradali, le stazioni ferroviarie, a domicilio, quanti test sono stati processati e qual è il risultato?”.

“Alla luce dei ritardi denunciati dal sindaco di Corigliano Rossano e del caso dei pazienti post Covid portati all’ospedale di Serra San Bruno e poi di nuovo trasferiti in altre strutture dopo che uno di loro è risultato positivo, i consiglieri di IRIC chiedono quale sia «il motivo dei ritardi degli esiti dei tamponi su chi rientra da fuori regione, sugli operatori sanitari e, in generale, su molte delle persone sottoposte a test negli ultimi giorni, senza dimenticare tutte quelle la cui richiesta è rimasta inevasa». L’interrogazione presentata da Callipo, Di Natale e Anastasi ha infine lo scopo di sapere «quali provvedimenti la Regione abbia adottato negli ultimi due mesi in vista della “fase due” e del rientro dei calabresi da fuori regione per risolvere il problema della carenza dei reagenti, dei macchinari per processare i tamponi e del personale addetto alle analisi dei test e sulla carenza dei dispositivi di protezione individuale» e se la presidente della Regione «ritiene di riferire in Consiglio regionale sullo stato dell’emergenza Covid-19 in Calabria”.