‘Ndrangheta, blitz a Cosenza contro il clan Lanzino-Cicero: 15 arresti

Secondo la Dda di Catanzaro i sodalizi avrebbero tentato estorsioni mafiose a imprese impegnate nei lavori di ampliamento dell'ospedale dell'Annunziata, della rete Unical e del restauro del convento di San Francesco di Paola di Spezzano.

Carlomagno

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blitz elicottero

E’ di 15 arresti e sei obblighi di dimora il bilancio di un’operazione antimafia dei Carabinieri del comando provinciale di Cosenza, nella città dei Bruzi e hinterland, condotta nei confronti di altrettante persone ritenute appartenenti a due diversi sodalizi, espressione della storica consorteria mafiosa “Perna-Pranno” (poi ridenominata “Lanzino-Cicero”) operante a Cosenza.

Gli arrestati, 13 in carcere, due ai domiciliari e gli altri sei destinatari di misura più lieve, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico illecito di droga, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, lesioni personali, ricettazione e furto.

In carcere sono finiti Alfonsino Falbo, di 50 Anni; Massimo Imbrogno (57); Vincenzo Laurato (46); Sergio Raimondo (46); Riccardo Gaglianese (27); Gaetano Bartone (39); Gianfranco Fusaro (44); Pietro Mazzei (47); Gianfranco Sganga (46); Emanuele Apuzzo (36); Ottavio Mignolo, (56); Francesco Crupillo (35) e Carmine Lio (48).

Ai domiciliari
Giuseppina Carbone di 57 anni e Manuel Forte (31);

Obbligo di dimora
Alfredo Fusaro, di 54 anni; Egidio Cipolla (26); Cesare Quarta (28); William Castiglia (33); Antonio Lucà (28); Vittorio Imbrogno (29).

Il provvedimento scaturisce dall’ampia attività investigativa condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha consentito di documentare la riorganizzazione territoriale del sodalizio mafioso (a seguito della scarcerazione, per espiazione della pena, di Gianfranco Sganga, ritenuto al vertice del sodalizio), nonché comprovarne l’operatività attraverso il compimento di estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni e reati contro la persona ed il patrimonio nel capoluogo bruzio e nei comuni limitrofi.

In tale contesto, è stata, tra l’altro, accertata la presunta responsabilità degli indagati in ordine a 3 episodi estorsivi in danno di altrettante imprese assegnatarie dei lavori di ampliamento dell’Ospedale “Annunziata” di Cosenza, degli interventi per l’ammodernamento del sistema di illuminazione del campus universitario Unical di Rende e delle opere di restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, vittime di atti intimidatori.

In più circostanze, spiega una nota della Dda di Catanzaro, i componenti della consorteria hanno evidenziato la loro caratura criminale e il rigido controllo del territorio anche attraverso l’esecuzione di furti in danno di esercenti commerciali della zona.

Diversi, poi, sono gli episodi di minaccia ed aggressione, tra cui quella ad un dipendente delle Ferrovie della Calabria presso la sede di Cosenza, “colpevole” di non aver assunto un atteggiamento tollerante a fronte delle condotte illecite poste in essere da altri colleghi, uno dei quali ha in ultimo chiesto l’intervento protettivo del sodalizio mafioso.

Le investigazioni hanno, inoltre, consentito di individuare un’altra organizzazione criminale – legata da vincoli parentali con la famiglia “Perna” – dedita all’approvvigionamento ed allo spaccio, attraverso una fitta rete di pusher, di cocaina, hashish e marijuana, ricostruendo numerosi episodi di spaccio di sostanza stupefacente e procedendo a sequestri di stupefacente di vario tipo.

E’ stata inoltre accertata la disponibilità, da parte degli esponenti dell’associazione criminale, di armi da fuoco, anche da guerra, e nel corso delle indagine sono state sequestrate un mitragliatore Kalashnikov con matricola abrasa e relativo munizionamento; 8 pistole calibro 9×21 con svariato munizionamento di diverso calibro e una carabina ad aria compressa.

L’operazione, in codice “Overture”, è stata condotta dai militari del comando provinciale di Cosenza anche con l’ausilio di elicotteri a Cosenza, Rende, Castrolibero, Mendicino, Casali del Manco e ad Acri.

L’inchiesta giudiziaria è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, il procuratore Aggiunto Vincenzo Capomolla e il sostituto procuratore Vito Valerio.