Sindaci calabresi a Roma per chiedere stop al Commissariamento, ma Conte glissa

Carlomagno

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Oltre un centinaio di sindaci calabresi si sono ritrovati a Roma inscenando un presidio nei pressi di palazzo Chigi, per chiedere la fine del commissariamento della sanità regionale, gravata da un debito di complessa quantificazione, e balzata alle cronache nazionali per il valzer delle nomine governative fallite.

A parlare con il governo sono saliti i primi cittadini dei capoluoghi, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. Tra le richieste presentate al governo l’abbattimento del debito storico del settore maturato durante le varie stagioni commissariali; il potenziamento del personale della rete sanitaria e l’immediata adozione di un piano Covid con i necessari posti letto di terapia intensiva e subintensiva.

I sindaci hanno parlato con il premier Giuseppe Conte che pare non aver dato peso alla richiesta di “autonomia” nella gestione della sanità calabrese, ma ha anzi espresso la volontà di chiudere sulla nomina del nuovo commissario già nella giornata di venerdì: “Stiamo vagliando i curriculum”, ha detto il primo ministro, facendo intendere che non ci sarà nessuno stop alla gestione romana della Sanità in Calabria, né tanto meno all’azzeramento del deficit.