Suicidio medico a Cosenza, la moglie: “Non funzionava l’email, poi si è buttato”. E’ giallo

Il responsabile delle vaccinazioni Lucio Marrocco, a detta della consorte, si sarebbe ammazzato perché non riusciva a trasmettere i dati alla regione. "Poi ha avuto una forte discussione con un collega.... Quella di Lucio è una morte sul lavoro, una morte bianca".

Carlomagno

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C’è mistero sulla morte del dottor Lucio Marrocco, il medico responsabile delle vaccinazioni anti-covid sui suoi colleghi a Cosenza, suicidatosi la sera di giovedì scorso in circostanze che appaiono non del tutto chiare. “Perché si è tolto la vita?”, è l’interrogativo che in molti si pongono in città. Problemi di depressione?, contrasti nell’ambiente lavorativo?, pressioni legate al peso di vaccinare i colleghi, oppure altro? E’ un vero mistero.

Intanto, a spiegare all’Arena di Giletti che cosa sarebbe successo quella sera in casa della famiglia Marrocco, è la moglie Simona Loizzo, anche lei dirigente medico all’Annunziata di Cosenza, la quale ha fornito la sua versione dei fatti.

“Quella sera – spiega la dottoressa Loizzo – la email aziendale (“lo possono testimoniare tutti”), era in revisione, non funzionava, e lui non riusciva a mandare dei dati alla regione” per cui probabilmente snervato dopo una discussione con un collega la vittima ha esclamato: “Non ce la faccio più”, e si è suicidato.

Marrocco quella sera, dopo l’impossibilità a inviare via posta elettronica i resoconti della sua attività alla regione Calabria “chiamò il collega con cui ebbe una forte discussione”, spiega la moglie. Un collega, dice la Loizzo, “che aveva sempre aiutato, che stimava e che era il suo più vicino collaboratore”.

Secondo quanto testimoniato dalla moglie, il dottor Marrocco dopo la “forte discussione” col collega scaturita dal presunto guasto alla posta, esclamò: “Ma si può! Non ce la posso fare, e non ce la faccio”. Dopo un attimo – continua la coniuge della vittima – Lucio era giù”. Il marito era già sull’asfalto, dopo aver fatto un volo di diversi metri dall’edificio dove abitava in Via Siniscalchi, a due passi dall’Asp di Cosenza, in Via Alimena. Quali siano i contenuti di quella “forte discussione” telefonica tra il medico e il collega resta un enigma.

La Loizzo conclude affermando: “Lucio è come l’operaio che cade da una impalcatura senza l’imbracatura. Lucio è morto sul lavoro, è una morte bianca”.

Del motivo dell’estremo gesto si era detto che la vittima avrebbe sofferto di depressione, forse aggravata dallo stress accumulato per l’emergenza sanitaria. Probabilmente il fatto che Lucio Marrocco non riusciva a trasmettere i dati alla regione, secondo la versione della coniuge, deve essere stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso della “fragile psiche” del dottore. Ma sarà davvero così oppure c’è dell’altro di inconfessabile? Davvero si può arrivare a pensare di farla finita perché l’email aziendale non funziona, o per una discussione forte al telefono con un collega?