Omicidio del tassista Antonio Dodaro a Cosenza, arrestato il presunto autore

Il delitto risale al gennaio dell'anno scorso. La vittima dopo l'accoltellamento dichiarò di essere stato un immigrato che non gli voleva pagare la corsa, ma lo Polizia ha seguito un'altra pista inconfessabile. Sullo sfondo il movente passionale

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

A uccidere a Cosenza il tassista Antonio Dodaro sarebbe stato Antonio Chianello, 35enne di Paola. Movente passionale

E’ stato arrestato stamane dalla Squadra mobile di Cosenza il presunto autore dell’omicidio del tassista Antonio Dodaro, accoltellato e ucciso nel gennaio 2020 a Cosenza quando aveva 53 anni. Si tratta di Antonio Chianello, 35enne di Paola, con precedenti.

Il provvedimento, in carcere, è stato emesso dal giudice presso il tribunale di Cosenza su richiesta della locale procura guidata da Mario Spagnuolo.

I fatti risalgono alla mattina del 7 gennaio dello scorso anno. Antonio Dodaro, mentre si trovava a bordo del proprio Taxi nella zona centrale di Cosenza, era stato aggredito a colpi di coltello da un ignoto attentatore che gli aveva sferrato fendenti al collo, all’addome e alla mano.

Subito dopo l’aggressione la vittima, malgrado le gravi ferite subite, era riuscito ugualmente a raggiungere il locale nosocomio dove aveva ricevuto le cure del caso. In ospedale la vittima dichiarò di essere stato aggredito da un extracomunitario di colore, ad egli sconosciuto, perché non voleva pagare la corsa. L’uomo raccontò che subito dopo aveva incontrato casualmente un suo amico, Antonio Chianello, e assieme a lui era giunto in ospedale.

La versione dei fatti fornita da Dodaro è apparsa agli investigatori sin da subito poco credibile, alla luce delle numerose incongruenze raccolte, così come poco credibile è apparsa la dichiarazione di Antonio Chianello che aveva fornito una versione contraddittoria sia rispetto a quanto dichiarato dalla vittima, sia rispetto alle dichiarazioni poi rese dalla fidanzata, in ordine alla tempistica e alla dinamica dell’aggressione.

Antonio Dodaro, a causa delle gravi lesioni riportate, morì in ospedale sei giorni dopo l’aggressione, ossia il 13 gennaio 2020.

Le investigazioni della Squadra Mobile della questura di Cosenza, che sono durate un anno e si sono avvalse di attività di intercettazione, di analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona, di acquisizione di dichiarazioni testimoniali e di accertamenti di natura tecnica, hanno infine evidenziato la presunta responsabilità dell’accoltellamento mortale proprio in capo Antonio Chianello, il quale avrebbe aggredito la vittima per motivi passionali.

Oltretutto gli accertamenti tecnico-scientifici effettuati hanno evidenziato, in maniera inconfutabile, che le tracce ematiche presenti su Antonio Chianello e sui suoi indumenti, erano assolutamente compatibili con le ferite riportate da Dodaro.

La chiusura del cerchio indiziario sulle responsabilità dell’arrestato è arrivata l’11 novembre 2020, quando la moglie di Antonio Dodaro, incontrando Antonio Chianello nei pressi della locale stazione ferroviaria, lo ha minacciato e avrebbe cercato poi di accoltellarlo proprio perché ben consapevole, sulla base di quanto le aveva confidato il marito poi deceduto, che l’autore dell’omicidio era appunto Antonio Chianello che aveva accoltellato Dodaro asseritamente per motivazioni di carattere passionale.

Tutte le fonti di prova sono state poi accuratamente compendiate in alcune informative di reato alla Procura della Repubblica che alla fine chiedeva ed otteneva al Gip l’emissione del provvedimento restrittivo. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Cosenza. Chianello dovra rispondere di omicidio aggravato dai futili motivi.