Scoperti nel Cosentino 21 furbetti dei “Buoni spesa” e del “Reddito”

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

I Finanzieri del Gruppo Cosenza e della Tenenza San Giovanni in Fiore hanno individuato 21 soggetti che hanno percepito indebitamente i cosiddetti “buoni spesa”, rilasciati da alcuni Comuni della Provincia di Cosenza per sostenere le famiglie in condizioni di disagio economico a causa del lockdown.

Le Fiamme Gialle hanno acquisito e passato al setaccio gli elenchi dei percettori dei sussidi economici erogati dai Comuni di Cosenza, Luzzi, Rovito e San Giovanni in Fiore, a partire dal primo lockdown e nei periodi successivi, al fine di consentire alle famiglie in difficoltà di acquistare generi alimentari e beni di prima necessità.

I controlli sono scaturiti dalla preliminare analisi delle graduatorie finali fornite dai citati Comuni e sono proseguiti con il riscontro delle informazioni rilasciate dai richiedenti
nelle autocertificazioni, comprensive anche delle posizioni dei rispettivi nuclei familiari.

All’esito di mirati controlli, eseguiti incrociando le risultanze delle molteplici banche dati in uso alla Guardia di Finanza, è stato accertato che 16 trasgressori hanno fruito indebitamente dei “buoni spesa” (di importo variabile tra 100 e 400 euro), per avere falsamente dichiarato di non aver percepito redditi nel periodo emergenziale, mentre, in realtà, hanno continuato a svolgere regolarmente l’attività lavorativa ed a ricevere lo stipendio dai rispettivi datori di lavoro.

Ulteriori 4 soggetti hanno usufruito, nello stesso periodo in cui percepivano i “buoni spesa” del sussidio derivante dal Reddito di Cittadinanza, così trasgredendo alle vigenti disposizioni
in materia che vietano il cumulo di provvidenze pubbliche.

Il caso più eclatante è quello di un agente assicurativo, il quale nell’istanza tesa ad ottenere lo specifico contributo non ha inserito sia i propri redditi dichiarati nel 2020, ammontanti ad
oltre 60.000 euro, sia quelli percepiti dal coniuge, di professione promotore finanziario, che nell’ultimo decennio è risultato aver omesso di presentare le previste dichiarazioni fiscali.

All’esito dell’attività, gli autori delle false certificazioni sono stati segnalati alla Prefettura di Cosenza, per l’irrogazione delle conseguenti sanzioni amministrative, ed agli Enti Locali
interessati, per l’avvio delle procedure di recupero del beneficio economico indebitamente fruito.