Addio a Marcello Morrone, il Camerata più fedele della Destra cosentina e calabrese

Carlomagno

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Ci ha lasciati Marcello Morrone, storico esponente della Destra cosentina. Era purtroppo malato da tempo.

Un uomo forte non solo nel suo fisico possente, quanto soprattutto dei propri ideali fascisti, che non ha mai rinnegato né ha mai seguito le evoluzioni della “destra” annacquata uscita da Fiuggi.

Tra gli anni ’70 e Ottanta, quando le tensioni tra le fazioni tra fascisti e comunisti erano alle stelle, Marcello era sempre in prima linea negli scontri, spesso cruenti. Erano i tempi in cui decine di compagni in branco contro uno. E Marcello non si tirava mai indietro. La spuntava sempre. Un Uomo che riusciva a metterli in fuga.

Ci lascia un uomo, prematuramente, che dei propri ideali ne aveva fatto la sua bandiera. Ricordo i tanti incontri tra me e lui nella sua fioreria in viale della Repubblica per discutere delle situazioni politiche e sul da farsi per mettere in atto azioni volte a contrastare quella che per noi era una classe politica dominante marcia e corrotta.

Un vero amico che trovavi sempre a disposizione, riservato nella sua vita privata, ma apertissimo nella sua vita pubblica. Mai uno screzio, mai un litigio se non su questioni minimali.

Ricordo le tante ore trascorse nel suo negozio a parlare del più e del meno, ma poi si finiva sempre per parlare di politica, insieme a Brunello Campolo, camerata scomparso anche lui da anni, che prima di recarsi al lavoro passava da Marcello a portagli il caffè. Sempre, ogni mattina.

Un Camerata con la “C” maiuscola, Marcello, che, appunto, non si tirava mai indietro per qualsiasi iniziativa politica; poteva essere una petizione, piuttosto che affiggere manifesti politici, oppure scrivere lettere e articoli che venivano pubblicati con frequenza sui media locali. Non un errore di grammatica, pur essendo un autodidatta di grande intelligenza. Straordinarie le sue note politiche che portavano i lettori a riflettere.

Non avendo sedi, la fioreria era il punto di riferimento per me e tanti altri camerati che frequentavano il negozio pure per il solo piacere di stare con lui cinque minuti.

Ci lascia un grande italiano, rimasto
fedelissimo a principi e ideali come nessuno ai giorni nostri, come i politici della destra cosentina e calabrese che si sono venduti per un mezzo piatto di lenticchie.

Addio Marcello, che la terra sia lieve

Dino Granata