Sanità in Calabria, Occhiuto azzera i vertici burocratici: “Decaduti. Spazio a dirigenti capaci”

Il governatore calabrese firma la delibera di riordino. Per adesso i dirigenti "licenziati" manterranno la reggenza temporanea nei Dipartimenti e nei relativi settori, "successivamente - spiega - saranno indicati coloro che guideranno i Dipartimenti per i prossimi anni, durante la mia presidenza".

Carlomagno

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“Ho firmato! Tutti i direttori generali e 42 dirigenti di seconda fascia sono decaduti”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, governatore della Calabria e commissario ad acta per il piano di rientro della Sanità nella regione che amministra.

Occhiuto spiega che i dirigenti “licenziati” manterranno “la reggenza temporanea nei Dipartimenti e nei relativi settori, successivamente saranno indicati coloro che guideranno i Dipartimenti per i prossimi anni, durante la mia presidenza”.

“Ci sono risorse – aggiunge il governatore calabrese, da palazzo Chigi nominato da poco commissario per la sanità in Calabria – che vanno motivate e valorizzate, e in questi mesi valuteremo l’operato di tutte le figure professionali della Regione, per poi decidere in merito all’organigramma e alle nuove posizioni apicali”.

“Ci attendono mesi ed anni estremamente impegnativi – prosegue Occhiuto -, e le sfide che abbiamo davanti vanno combattute con determinazione, senza tentennamenti, e avendo una struttura burocratica in grado di supportare al meglio l’azione del governo regionale”.

Il post sui social di due giorni fa: “Utilizzare le risorse migliori nelle Asp”
“Il primo intervento dovrà essere fatto sull’emergenza urgenza: non è possibile morire per strada perché le ambulanze sono senza medico. Il sistema va riorganizzato. Poi ci saranno interventi strutturali da avviare”. Così due giorni fa Roberto Occhiuto, governatore calabrese e fresco di nomina a commissario della Sanità in Calabria.
“Ho preparato una norma che ho consegnato al ministro per la Pubblica amministrazione per consentirmi – spiegava – di utilizzare nel Dipartimento della Salute della Regione le esperienze migliori che ci sono nella dirigenza delle aziende sanitarie”.
“Se in un’azienda c’è un dirigente che da anni si occupa, ad esempio, di medicina generale, perché non utilizzarlo nel Dipartimento? Oggi non si può fare perché sarebbe considerato un esterno: queste rigidità vanno definitivamente superate”, conclude il post.