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Quattro condanne a pene variabili dai 9 ai 2 anni di reclusione sono stati chiesti nel processo che si celebra davanti ai giudici del Tribunale di Cosenza dal procuratore di Paola Pierpaolo Bruni che, come pm della Dda di Catanzaro, coordinò l’inchiesta denominata “Sistema Rende” su presunti intrecci tra politici locali ed esponenti del clan della ‘ndrangheta Lanzino-Rua.
Il pm ha chiesto la condanna a 9 anni per Sandro Principe, già sottosegretario di Stato, ex assessore regionale e già sindaco di Rende; otto anni per Umberto Bernaudo, anche lui ex sindaco di Rende; 7 anni e 6 mesi per Pietro Paolo Ruffolo, ex vicesindaco di e assessore nonché già consigliere provinciale di Cosenza e due anni per Giuseppe Gagliardi, ex assessore comunale di Rende.
Le accuse contestate ai quattro imputati, a vario titolo, sono concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalle modalità mafiose e corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose.
L’inchiesta scaturito nel processo risale al marzo 2016. I carabinieri su ordine del giudice distrettuale avevano eseguito una misura cautelare che coinvolse dieci persone. Agli arresti domiciliari andarono Sandro Principe, ex capogruppo Pd a palazzo Campanella; Umberto Bernaudo, ex sindaco di Rende ed ex consigliere Provinciale (Pd); Pietro Paolo Ruffolo, ex consigliere provinciale di Cosenza ed ex assessore comunale di Rende (Pd); Rosario Mirabelli, ex consigliere regionale della Calabria e consigliere Comunale di Rende (Ncd), e l’ex consigliere e assessore comunale di Rende, Giuseppe Gagliardi (Pd).
I destinatari delle misure cautelari in carcere furono elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà: Adolfo D’Ambrosio, Michele Di Puppo, Francesco Patitucci, Umberto Di Puppo e Marco Paolo Lento.
“Patto” mafia-politica a Rende. Arrestato Sandro Principe (Pd)