‘Ndrangheta, 200 arresti nel cosentino. In manette il sindaco di Rende

Carlomagno

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Un’operazione contro la ‘ndrangheta è stata condotta all’alba a Cosenza e nell’hinterland cittadino da carabinieri, polizia e guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro.

Eseguite oltre duecento ordinanze cautelari emesse dal Gip distrettuale del capoluogo su richiesta della Dda, diretta da Nicola Gratteri. L’operazione è denominata “Reset”.

Nell’operazione sono coinvolti amministratori locali, professionisti, imprenditori ed esponenti della criminalità organizzata cosentina. Sono 202 le persone colpite da misura cautelare, mentre in tutto sono 237 gli indagati a vario titolo. 139 persone sono stati destinatari di custodia cautelare in carcere, 50 di arresti domiciliari, 12 di obbligo di dimora, e una misura interdittiva dello svolgimento di attività professionale.

Ai domiciliari è finito il sindaco di Rende, l’avvocato Marcello Manna, presidente dell’Anci (l’Associazione dei comuni italiani) della Calabria. Al momento non è stato possibile sapere quale sia il fatto contestato a Manna e se si riferisca alla sua attività di amministratore o di professionista. Sempre ai domiciliari anche altri due amministratori locali. Si tratta dell’assessore al decoro urbano del comune di Cosenza, Francesco De Cicco, e dell’assessore ai lavori pubblici di Rende Pino Munno.

L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, dalle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e dallo Sco, dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo di polizia economica finanziaria di Reggio Calabria, dal Gico di Catanzaro e dallo Scico della Guardia di finanza. Le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare sono, secondo l’accusa, responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, organizzazione illecita di giochi anche d’azzardo e di scommesse, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori.

Nel corso dell’operazione è stato eseguito anche un sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di 72 milioni di euro.

Il sequestro è stato attuato dai finanzieri del Gico del Comando provinciale di Catanzaro e dello Scico. Il provvedimento è stato disposto dalla Dda ed ha carattere preventivo d’urgenza.

Successivamente, dunque, dovrà essere sottoposto al vaglio del Gip distrettuale. I beni sequestrati consistono in liquidità depositate su conti correnti, aziende e società varie.