Il Riesame annulla il divieto di dimora a ex sindaco di Cetraro Aieta

Carlomagno

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Giuseppe Aieta

Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha annullato il divieto di dimora per l’ex consigliere regionale Giuseppe Aieta, del Pd. L’ex sindaco di Cetraro è accusato di corruzione elettorale e falso nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Paola, operazione condotta dalle Fiamme gialle nel febbraio 2020.

Secondo l’accusa Aieta avrebbe promesso assunzioni e commesso atti contro i doveri d’ufficio in cambio dei voti per le Regionali del 2020 dov’era stato rieletto con 7.454 voti in quota Democratici e progressisti. I giudici del Riesame hanno annullato l’ordinanza del gip per tutti i capi di imputazione accogliendo il ricorso del difensore di Aieta, l’avvocato Vincenzo Adamo.

I giudici hanno escluso la sussistenza della gravità indiziaria per tutte le ipotesi d’accusa. L’avvocato Adamo ha espresso soddisfazione per l’esito del Riesame: “Ha prevalso l’equilibrio, la corretta applicazione dei dettami normativi, rispetto alle arbitrarie ricostruzioni del ruolo del consigliere regionale e ancor prima della condotta di vita di un uomo delle Istituzioni, quelle da difendere e preservare. Sono soddisfatto per il risultato ma ancor più di aver contribuito a restituire onore e verità alla storia umana e politica del mio assistito”, ha concluso il legale di Aieta.

Nell’inchiesta coordinata dal procuratore di Paola Bruni erano stati indagati anche un imprenditore e due sindaci, il primo per un presunto aiuto di Aieta nell’accreditamento delle strutture sanitarie presso la regione Calabria, in cambio di sostegno elettorale, i secondi per presunte promesse di assunzioni di amici e parenti presso la struttura di Aieta una volta eletto.

Aieta sui social: “La giustizia esiste”

“Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato tutti i capi di imputazione a me contestati consentendomi di ritornare nella mia casa, nella mia città, dalla mia famiglia e da mio padre e mia madre. Ed anche da Cicì, il mio cagnolino, che aspettava di riabbracciarmi e che mi è mancato da morire”. Lo scrive su Facebook Giuseppe Aieta, ex consigliere regionale della Calabria, dopo l’annullamento del provvedimento di divieto di dimora emesso a suo carico dal Gip del Tribunale di Paola (Cosenza). Il politico calabrese è accusato di corruzione elettorale e falso nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Paola.

“Ho vissuto questo tempo  – aggiunge nel suo sfogo sul social – come un incubo per le accuse che mi venivano rivolte pur consapevole che la mia vita, tutta la mia vita, é stata esattamente il contrario di ciò che mi si addebitava. Ma la cosa drammatica, e davvero insopportabile, è stato pensare che solo uno dei miei amici potesse avere il dubbio. Terribile! Poi è arrivata quella valanga di solidarietà che mi ha sollevato e mi ha restituito la serenità che in questi casi aiuta molto. La Giustizia esiste e bisogna avere fiducia: queste sono le parole con le quali il mio avvocato, Vincenzo Adamo, mi ha accompagnato in questo calvario. A lui devo molto, moltissimo, in termini di umanità e di professionalità. Volevo dimettermi anche da consigliere comunale e mi ha “imposto” di non farlo. Lui, raffinatissimo giurista, nei momenti di terribile sgomento è stato fondamentale per me e per la mia famiglia, soprattutto per i miei figli. É stato paziente, sagace, ha saputo placare la mia rabbia ed ha saputo infondermi fiducia”.

Aieta aggiunge rivolgendosi ai suoi amici: “Ritorno a casa con cicatrici indelebili, un dolore atroce e con la consapevolezza che anche questa volta la Giustizia ha trionfato. La Giustizia, quella vera, è come il vento, non si ferma con le mani. Grazie a tutti voi per essermi stati vicino, grazie ad ognuno di voi per aver avuto una parola di conforto e il coraggio di esternare il vostro sentimento. Mi consentirete di citare e ringraziare il Vescovo, Mons. Leonardo Bonanno, che con coraggio estremo mi ha profondamente commosso e risollevato dall’inferno della mente che esiste veramente. Torno per occuparmi dei miei studenti a cui, con passione ritrovata, stavo introducendo i grandi principi di libertà, uguaglianza, fratellanza contro le torture e a favore dello Stato di Diritto. Non so – conclude –  se ci sono ancora le condizioni per proseguire l’attività politica; una cosa è certa: la politica è stata la mia vita, la mia infinita passione e l’ho svolta sempre con disciplina e onore. Vedremo, ne parleremo presto”.