‘Ndrangheta, catturato in Francia Edgardo Greco, latitante da 16 anni

Faceva il pizzaiolo in un ristorante. E' ritenuto affiliato della cosca cosentina “Perna - Pranno” che nei primi anni '90 partecipò alla guerra di mafia a Cosenza in contrapposizione al clan "Pino - Sena". E' stato condannato all'ergastolo per il duplice omicidio di Stefano e Giuseppe Bartolomeo e per il tentato omicidio di Emiliano Mosciaro, delitti consumati nel 1991. La soddisfazione del ministro dell'Interno Piantedosi

Carlomagno

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E’ finita in Francia, dopo sedici anni, la lunga latitanza di Edgardo Greco, di 63 anni, considerato organico alle cosche di ‘ndrangheta cosentine e partecipe alla faida di mafia a Cosenza negli anni ’90 culminata con molti omicidi, due dei quali sono attribuiti a lui e per i quali è stato condannato all’ergastolo.

L’uomo, alla macchia dall’ottobre 2006, è stato rintracciato dal pool congiunto della Polizia francese e dai Carabinieri dei Nuclei operativo e investigativo di Cosenza a Sant’Etienne, ad una cinquantina di km da Lione. Lavorava come pizzaiolo in un ristorante, pare da almeno tre anni.

Nei confronti di Edgardo Greco, destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’appello di Catanzaro in data 16 maggio 2014, in relazione all’ordine di carcerazione, datata 4 aprile 2014, per l’esecuzione della pena dell’ergastolo in ordine al duplice omicidio dei fratelli Stefano Bartolomeo e Giuseppe Bartolomeo consumato a Cosenza il 5 gennaio 1991 e per il tentato omicidio di Emiliano Mosciaro, avvenuto sempre a Cosenza il 21 luglio 1991. Fatti di sangue maturati nell’ambito della guerra di mafia, fra la cosca “Pino – Sena” e il clan “Perna – Pranno”, che ha insanguinato il territorio cosentino nei primi anni ’90.

Edgardo Greco, nato il 7 giugno del 1959, è stato individuato a Sant’Etienne, all’esito dell’attività di indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, in specifici procedimenti riguardanti la procurata inosservanza della pena, e svolta dai Carabinieri del Reparto operativo – Nucleo investigativo di Cosenza, che nella fase finale hanno operato congiuntamente a personale delle unità catturandi (Fast) italiana e francese e dell’Unità I-Can dello Scip del Ministero dell’Interno.

Edgardo Greco – ritenuto affiliato alla ‘ndrina Perna-Pranno egemone a Cosenza e provincia come accertato nell’esito del processo “Garden”, conclusosi alla fine degli anni ’90- all’esito dei diversi gradi di giudizio del maxi processo “Missing”, è stato ritenuto corresponsabile dell’imboscata costata la vita, il 5 gennaio 1991, ai fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo, i quali ambivano ad una maggiore “autonomia” nell’ambito dei traffici illeciti. I due fratelli sono stati trucidati a colpi di spranga, all’interno di una pescheria all’epoca dei fatti nella disponibilità dei fratelli Mario e Pasquale Pranno, e i loro cadaveri sono stati fatti sparire e mai più ritrovati.

Stefano Bartolomeo era stato condannato all’ergastolo insieme ai fratelli Nicola e Dario Notargiacomo per l’omicidio del direttore del carcere di Cosenza Sergio Cosmai, ucciso in città nel viale che oggi porta il suo nome, il 13 marzo 1985.

Greco risultava latitante da oltre 16 anni, poiché irreperibile sin dal 10 ottobre 2006, quando si è sottratto all’esecuzione della misura cautelare in carcere, emessa dal giudice distrettuale di Catanzaro, nell’ambito del maxi processo “Missing”, che ricostruiva alcuni dei fatti di sangue che hanno caratterizzato, nei primi anni ’90, il cruento scontro tra il clan “Pino – Sena” e la cosca “Perna – Pranno”.

L’attività investigativa condotta dai militari cosentini, coordinati dalla Dda di Catanzaro, è stata avviata nel dicembre 2019, è si è sviluppata attraverso mirati accertamenti finalizzati a ricostruire la rete di appoggio su cui potesse contare Greco, risalendo, quindi, alla presenza del latitante in Francia, a Sant’Etienne.

La soddisfazione del ministro dell’Interno Piantedosi

È “incessante l’attività delle Forze dell’ordine, impegnate silenziosamente giorno dopo giorno, in Italia e all’estero, in un lavoro continuo a presidio della sicurezza dei cittadini”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, commentando la notizia della cattura del latitante di ‘ndrangheta Edgardo Greco, condannato all’ergastolo e irreperibile dal 2006, arrestato dalla polizia francese grazie agli elementi emersi da indagini realizzate dall’Arma dei Carabinieri e condivise fra i partner di altri Paesi grazie al progetto I-Can (Interpol cooperation against ‘ndrangheta).

Il titolare del Viminale ha espresso “grande soddisfazione per questa rilevante operazione realizzata anche grazie alle importanti sinergie sviluppate nell’ambito di una rete di cooperazione internazionale fra le Forze di polizia”. “Proseguono gli arresti di pericolosi latitanti” ha sottolineato il ministro, “a dimostrazione che la forte azione di contrasto dello Stato contro ogni forma di criminalità organizzata non subisce mai battute d’arresto, e procederà sempre determinata”.