Omicidio a Cosenza, fermata Tiziana Mirabelli. Vacilla il racconto sull’aggressione di Gioffrè

La versione della presunta omicida non convince del tutto gli inquirenti, i quali sono ancora in cerca del reale movente. Cosa avrà spinto la donna a uccidere il vicino di casa resta quindi un mistero fitto. Il delitto è stato consumato giorni fa, forse nel giorno di San Valentino. La donna è stata trasferita nella sezione femminile del carcere di Castrovillari

Carlomagno

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E’ stata formalmente fermata Tiziana Mirabelli, di 47 anni, la presunta omicida del 75enne Rocco Gioffrè, il pensionato ucciso a coltellate qualche giorno fa nel “suo” appartamento di Via Monte Grappa, nel cui stabile viveva anche la vittima.

Ad emettere il decreto di fermo la Procura bruzia guidata da Mario Spagnuolo, sulla scorta delle indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Cosenza coordinate dal pm Maria Luigia D’Andrea.

La donna, a distanza di tre giorni (forse più) dal delitto, si è costituita domenica presso la caserma dei carabinieri, accompagnata dal suo legale. Durante l’interrogatorio, Mirabelli avrebbe riferito che Rocco Gioffrè l’avrebbe aggredita dopo un presunto approccio sessuale e che in reazione ha preso un coltello da cucina sferrando più fendenti contro l’uomo, colpito mortalmente al petto, all’addome e alla gola. Sarà l’autopsia a stabilire cause, data e ora del delitto. Da quanto trapela, pare che l’omicidio sia stato commesso nel giorno di San Valentino, martedì 14 febbraio, quindi ben 5 giorni addietro.

Un racconto che da quanto si apprende vacilla. La versione fornita dalla donna sulla presunta aggressione della vittima evidentemente non ha del tutto convinto gli inquirenti che sono ancora in cerca del reale motivo dell’assassinio. “Il movente del gesto è in via di accertamento”, fanno infatti sapere gli investigatori.

Cosa avrà spinto Tiziana Mirabelli a uccidere il suo vicino di casa resta per ora un mistero fitto su cui indagano in modo serrato i militari cosentini. Per capirne di più, sono in corso interrogatori di parenti, amici e conoscenti di Mirabelli e Gioffrè, nonché (dato fondamentale per le indagini), le analisi dei tabulati telefonici dei due per appurare se vi siano stati contatti datati, recenti o meno. I telefoni sono stati sequestrati. Le analisi sugli smartphone faranno luce anche su eventuali messaggi compromettenti cancellati dalla donna. Esistono infatti moderne tecnologie in possesso delle forze di polizia in grado di recuperare sms e dati social eliminati, WhatsApp compreso.

Oltre a questo, i punti chiave su cui gli investigatori cercano di fare luce sono alcuni importanti dettagli che sembrano non quadrare. Intanto, cosa ci faceva l’uomo, sebbene vicino di casa, in casa della presunta omicida. Il pensionato infatti sarebbe stato trovato esanime in una pozza di sangue in una stanza da letto di casa Mirabelli. I due avevano una relazione (sebbene lui le passava ben 28 anni), oppure tra loro c’era una frequentazione assidua di mera amicizia senza altri scopi? Interrogativi per adesso senza risposta.

Appare evidente che Gioffrè per essere all’interno dell’abitazione della donna non è entrato clandestinamente dal balcone, ma sarebbe stato volontariamente aperto dalla Mirabelli. Un altro punto che non torna è perché la donna, consumato l’omicidio, non si è costituita nell’immediatezza ma lo ha fatto a distanza di qualche giorno? Seppure sconvolta, aveva bisogno di costruirsi degli alibi, come la presunta aggressione a scopo sessuale raccontata al pm? Non sappiamo! Inoltre, c’è da capire se la donna sarebbe stata per giorni con il morto in casa oppure sia stata ospitata altrove, e da chi? Se ne saprà di più nei prossimi giorni.

Tiziana Mirabelli, impegnata nel sociale e con qualche piccolo precedente per droga, espletate le formalità di rito, è stata associata presso la casa circondariale di Castrovillari, dove c’è la sezione femminile, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Dovrà rispondere di omicidio aggravato. Naturalmente – va ricordato -, per essere giudicata responsabile occorrono tre gradi di giudizio nel processo a suo carico. Per adesso è presunta colpevole, nonostante la confessione del crimine.

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