Omicidio a Cosenza, famiglia vittima: “I due avevano una relazione. Svuotata la cassaforte”

L'avvocato Francesco Gelsomino, legale della famiglia di Rocco Gioffrè, che era vedovo da 5 mesi, ha detto che la vittima "contribuiva alle spese di Tiziana Mirabelli in base alla relazione sentimentale che c'era tra i due. Le pagava le bollette e spesso erano stati visti insieme". Sembra sia sparito anche il portafogli della vittima. Sms scritti dalla donna ai figli quando il padre era già morto?

Carlomagno

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Avrebbero avuto una relazione il 75enne Rocco Gioffrè e Tiziana Mirabelli, la quarantasettenne che ha confessato di aver ucciso l’anziano pensionato con diverse coltellate nascondendo poi il cadavere in casa sua per alcuni giorni, fino a domenica quando la presunta omicida si costituita ai carabinieri.

A riferirlo agli stessi militari sono stati i familiari della vittima, secondo i quali, inoltre, dalla cassaforte della casa di Gioffrè sarebbe sparita un’imprecisata somma di denaro ed alcuni effetti personali della vittima. Pare anche il cellulare e il portafoglio dell’uomo.

La tesi dei familiari contrasta dunque con quanto avrebbe dichiarato ai carabinieri la donna dopo l’arresto, la quale avrebbe raccontato di avere reagito ad un presunto tentativo di violenza sessuale da parte dell’anziano.

Tiziana Mirabelli, in particolare, avrebbe riferito di avere ucciso l’uomo usando lo stesso coltello che l’anziano impugnava, a suo dire, quando Gioffrè (vedovo da cinque mesi) avrebbe tentato di violentarla.

L’avvocato Francesco Gelsomino, legale della famiglia di Rocco Gioffrè, ha detto che la vittima contribuiva alle spese di Tiziana Mirabelli in base alla relazione sentimentale che c’era tra i due.

“Le pagava le bollette – ha riferito il legale citato dall’Ansa – e spesso i due erano stati visti insieme. I figli hanno visto l’ultima volta Gioffrè lunedì scorso, ma nei giorni passati avevano ricevuto messaggi sui loro cellulari dal telefono del padre che cercava di tranquillizzarli e li avvertiva di non chiamare i carabinieri. Evento inusuale perché Gioffrè non scriveva mai messaggi, ma telefonava direttamente”.

Circostanza che fa suppore agli investigatori che i messaggi siano stati inviati in realtà dalla donna dopo che aveva ucciso l’anziano. Ora il telefono della donna è stato posto sotto sequestro e verrà meticolosamente analizzati. Non tutto infatti torna nel racconto di Tiziana Mirabelli. La sua versione sulla presunta aggressione vacilla. A dire degli investigatori, “il movente è ancora in corso di accertamento”.

Al momento, non c’è inoltre alcuna certezza del giorno in cui è avvenuto l’omicidio. La donna avrebbe riferito che il fatto sarebbe accaduto martedì scorso, nel giorno di San Valentino, e di non avere detto nulla, tenendo il cadavere di Gioffrè in casa. Maggiori elementi sulla data esatta dell’omicidio potranno venire, comunque, dagli esiti dell’autopsia, disposta dal pm della Procura della Repubblica di Cosenza Maria Luigia D’Andrea.