Naufragio, due carabinieri i primi ad intervenire dopo la tragedia

Carlomagno

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Sono stati due carabinieri del reparto radiomobile della Compagnia di Crotone i primi ad intervenire, alle 4.30 di domenica, dopo il naufragio del barcone carico di migranti a Staccato di Cutro, costato la vita a decine e decine di immigrati.

I militari hanno salvato due persone e recuperato 17 corpi. “Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l’imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati”, hanno riportato in una relazione di servizio.

“Una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria”, si legge nella relazione agli atti dell’inchiesta. Solo dopo sono arrivati alcuni pescatori, e, successivamente, il 118, Guardia di finanza, Polizia, Guardia Costiera e personale del Centro di accoglienza.

Giunti sul posto, scrivono i carabinieri nella relazione, “in un tratto di spiaggia buio e senza illuminazione, notavamo le sagome di alcuni individui che, sbracciandosi, ci richiedevano assistenza. Le persone si presentavano bagnate e ferite e alla nostra richiesta in inglese, richiedevano sommariamente un nostro aiuto in quanto vi era un’imbarcazione in acqua con altre persone bisognose di aiuto”.

Grazie alle torce in dotazione, i carabinieri notavano la “presenza di un corpo sulla battigia privo di conoscenza presumibilmente già deceduto”. Successivamente, dopo un’altra ventina di metri, proseguono i due militari, “sempre nell’oscurità, notavamo resti di un “imbarcazione in legno in balia delle onde ed il mare fortemente agitato. Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l’imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati. Abbiamo estratto i corpi riscontrando che una donna era già deceduta, mentre un uomo era in evidente sofferenza respiratoria, pertanto”.

Dopo averlo prelevato e portato sulla spiaggia “riprendeva via via coscienza”. I militari ricordano nella relazione di aver recuperato anche il corpo di un bambino, al quale hanno fatto il messaggio cardiaco ma con “esito negativo”.

Intanto, monta la polemica sui ritardi nei soccorsi tra l’agenzia Ue Frontex e la Guardia Costiera, con la politica che chiede chiarezza. La prima aveva avvistato alle 22.30 di sabato l’imbarcazione che si trovava a 40 miglia dalla costa ionica. Gli operatori avevano detto che il natante aveva una buona galleggiabilità e dall’alto si vedeva una sola persona sulla parte visibile del “caicco”. L’agenzia sostiene di avere lanciato un’allerta, ma la Guardia costiera ha invece precisato di aver ricevuto l’Sos solo alle 4.30 circa, a tragedia già avvenuta.

La procura di Crotone, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta, sta indagando anche su questo, per accertare eventuali ritardi ed omissioni.