Naufragio, ultimo omaggio dei superstiti ai migranti morti. Chiusa la camera ardente

Alcune salme verranno rimpatriate nei paesi di origine. Lunedì la decisione dopo avere ottenuto i nullaosta

Carlomagno

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Ansa

Un ultimo momento di preghiera e raccoglimento davanti alla bare dei propri cari deceduti nel naufragio di domenica 26 febbraio. E’ quello che hanno fatto i sopravvissuti e i parenti delle vittime in concomitanza con il venerdì di preghiera dei musulmani.

Subito dopo il Palamilone di Crotone – nel quale si trovano le 68 bare delle vittime finora recuperate – ha chiuso al pubblico. Al suo interno resterà solo la polizia scientifica che sta ancora lavorando all’identificazione di alcuni cadaveri.

Parenti e sopravvissuti si sono avvicinati alle bare dei loro cari (sulle quali erano stati posti anche dei palloncini a forma di cuore) ed hanno sostato in silenzio ripetendo delle preghiere
dal Corano. Un momento di dolore vissuto con compostezza. Tanti hanno abbracciato le bare.

Presenti anche alcuni bambini che nel naufragio hanno perso i genitori ed i parenti. Tutti erano assistiti dagli psicologi di Medici Senza Frontiere, Croce Rossa Italiana ed Intersos. Dopo l’ultimo saluto si è svolta la preghiera del venerdì nella moschea di Cutro.

Alcune salme verranno rimpatriate nei paesi di origine

Intanto, il Centro coordinamento soccorsi della Prefettura di Crotone ha rinviato a lunedì la decisione per l’espatrio delle salme di alcune delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro. E’ ancora in corso una ricognizione per i nullaosta e soprattutto serve coordinare le procedure con la Farnesina per le vittime afghane, che sono la maggior parte, che
dovranno essere rimpatriate.

La polizia scientifica di Crotone ha identificato finora 56 delle 68 salme. Un lavoro svolto anche attraverso videochiamate alle famiglie nei Paesi di origine. Il comune di Crotone – ascoltata anche l’Azienda sanitaria – ha dato la disponibilità a tenere le salme nel Palamilone finché non saranno espatriate o tumulate. E’ emersa anche la disponibilità del Governo di farsi carico dei costi.

Dal punto di vista burocratico il comune competente a cui presentare le richieste è quello di Cutro, nel cui territorio è avvenuta la tragedia, ma il comune di Crotone si è reso disponibile a fare da ausilio attivando un presidio per agevolare le famiglie che altrimenti dovrebbero recarsi a Cutro.

Finora al settore servizi sociali di Crotone sono arrivate 7 richieste per il trasferimento delle salme, mentre 15 sono state raccolte dalle associazioni del terzo settore che si occupano di immigrazione. L’Unchr, invece, sta raccogliendo le richieste dei parenti delle vittime che sono sopravvissuti al naufragio per il trasferimento delle salme nei Paesi di origine.

Per quanto riguarda le salme ancora non identificate il comune di Crotone ha messo a disposizione 8 loculi (5 nel capoluogo e 3 nella frazione Papanice), mentre nei 27 comuni della provincia ci sono 56 loculi disponibili.

Tanti privati hanno messo a disposizione le loro cappelle. Una volta ottenuti i nulla osta verranno tumulate subito le bare dei minori senza nome. La salma di una bambina non identificata – la cui bara è contrassegnata con la sigla Kr14f9 – verrà sepolta nel Comune di Catanzaro come era stato chiesto del sindaco Nicola Fiorita.

Infine il governo, tramite la Prefettura, ha chiesto ai comuni di Cutro e Crotone di quantificare somme spese per sostenere l’emergenza per poterle rimborsare.