Palmi, confisca di beni per 36 milioni a imprenditori Mattiani

Le investigazioni hanno consentito di acquisire elementi che dimostrerebbero la sussistenza di rapporti tra i due imprenditori e il presunto clan

Carlomagno

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Uno dei beni confiscati a Giuseppe e Pasquale Mattiani
Uno dei beni confiscati a Giuseppe e Pasquale Mattiani

Roma – Beni per circa 36 milioni di euro, tra cui un hotel di Roma, già sottoposto a sequestro nel 2013, sono stati confiscati a due imprenditori di Palmi, padre e figlio.

Il provvedimento di confisca è stato eseguito da personale dei Centri operativi Dia di Roma e Reggio Calabria e dalla Polizia di Stato di Reggio e Palmi. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Reggio Calabria, autorizzata dalla sezione misure di prevenzione, su richiesta della Dda reggina.

L’operazione è a seguito di due attività di indagine condotte dai Centri Operativi Dia di Roma e di Reggio Calabria e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, dal Commissariato di Palmi e dalla Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria.

Le investigazioni hanno consentito di acquisire elementi necessari a dimostrare la sussistenza di rapporti tra i due imprenditori e la presunta cosca Gallico. Tra i beni confiscati c’è anche l’albergo ubicato in uno dei quartieri più esclusivi della capitale: il Grand Hotel Gianicolo, già sequestrato nel 2013.

I destinatari del provvedimento sono l’imprenditore Giuseppe Mattiani, sottoposto a sorveglianza speciale per la durata di tre anni, e il figlio Pasquale, ritenuti contigui alla cosca Gallico di Palmi, da personale dei Centri operativi Dia di Roma e Reggio e della Polizia di Stato di Reggio e di Palmi.

I beni confiscati sono la società “Hotel Residence Arcobaleno Sas”, con sede legale a Palmi, proprietaria di due alberghi, appunto il Grand Hotel Gianicolo di Roma, categoria 4 stelle lusso con 48 camere più piscina e parcheggio interno e l’altro a Palmi, sempre di categoria 4 stelle, Hotel Arcobaleno; la società cooperativa Srl Full Service, con sede legale a Roma; 42 immobili tra Roma, Castiglione dei Pepoli (Bologna) e Palmi costituiti da fabbricati, terreni edificabili ed agricoli; rapporti bancari intrattenuti in due istituti di credito.

Disposto inoltre il sequestro e la contestuale confisca della società “Immobiliare P.m.s. srl” con sede a Palmi. Le indagini svolte hanno consentito di acquisire gli elementi necessari a dimostrare la contiguità di Giuseppe Mattiani alla cosca dei Gallico e l’illecita acquisizione di un vasto patrimonio mobiliare ed immobiliare, soprattutto nel settore turistico-alberghiero. Tutto ebbe inizio, secondo la ricostruzione degli investigatori, nei primi anni novanta, quando un motel della periferia di Palmi, l’ “Hotel Arcobaleno” venne trasformato in una società dal capitale miliardario suddiviso tra i figli, all’epoca ventenni, di Giuseppe Mattiani, in quote di circa 250 milioni di vecchie lire ciascuna.

La nuova società, alla fine del decennio e poco prima del Giubileo del 2000 effettuò un’importante operazione immobiliare e cioè l’acquisto di un ex monastero sito sul colle Gianicolo di Roma, di proprietà di una congregazione religiosa, per trasformarlo in un lussuoso albergo : il “Grand Hotel Gianicolo”.