‘Ndrangheta, arrestati altri 16 affiliati al clan Condello Imerti

Carlomagno

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operazione carabinieri notte
frame del video dell’operazione contro il clan Condello Imerti

Dalle prime ora di questa mattina è scattata l’operazione anti ‘ndrangheta “Sansone 2”. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 16 persone ritenute affiliate all’associazione ‘ndranghetista dei Condello Imerti di Reggio Calabria.

L’operazione in corso è strettamente connessa all’indagine che tre giorni fa ha portato all’arresto di altri 26 fiancheggiatori del noto latitante Domenico Condello, classe 1956, detto “U Pacciu”, assicurato alla giustizia il 10 ottobre 2012 dal Ros dopo oltre 20 anni di incessanti ricerche, ritenuti responsabili anche di una rilevante pressione estorsiva della ‘ndrangheta nell’area metropolitana del capoluogo reggino.

L’operazione Sansone – Sotto il profilo associativo le indagini condotte dal Ros sul conto dello schieramento Condello, influente anche nella zona di Villa San Giovanni (RC) per via dei collegamenti con i Buda/Imerti, si sono intersecate con quelle svolte dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, in corso in periodo parallelo, ma a carico dello schieramento Zito – Bertuca, pure operante in Villa San Giovanni e Fiumara (Reggio Calabria). Ciò in ragione della accertata interazione tra i due schieramenti a causa delle criticità insorte, in ordine alla suddivisione delle attività estorsive.

Le indagini hanno così messo in luce la presenza, nell’area villese, di una forte pressione estorsiva e di un controllo criminale esercitato congiuntamente, da più cosche, in modo capillare. Situazione questa che può essere efficacemente riassunta nelle parole di Pasquale Bertuca che – nel corso di un colloquio in carcere intrattenuto con la sorella Felicia Bertuca e con il nipote Vincenzo Sottilaro il 23.08.2010 – invitava i familiari a riferire a Alfio Liotta, soggetto incaricato della riscossione dei proventi estorsivi, di «non lasciare scampo a nessuno» con la precisazione di un imprenditore cui doveva rivolgersi che doveva «… essere il primo che glieli deve portare!». LEGGI LA PRIMA INCHIESTA