Costretti a vivere in celle per detenuti, scioperano agenti di Arghillà

Carlomagno

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Costretti a vivere in celle per detenuti, scioperano agenti di ArghillàGli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Arghilla, a Reggio Calabria, hanno avviato uno sciopero della fame di quattro giorni per protestare contro il Dipartimento centrale di Roma e il Provveditorato regionale della Calabria, di Catanzaro, sulle scarse risorse umane destinate da tre anni al nuovo istituto penitenziario.

Lo sostiene il coordinamento sindacale penitenziario (Cosp), affermando che “nel nuovo penitenziario mancano 100 agenti e 15 funzionari area comparto ministeri. Secondo il sindacato ci sono “105 poliziotti donne e uomini, accasermati, pendolari, costretti da 3 anni a soggiornare nelle “celle” originariamente destinate ai detenuti, perché manca una caserma agenti”.

Per questa ragione dal 23 gennaio “tutta la polizia penitenziaria del carcere di Arghillà, compatti con il sindacato Cosp, protestano per le pessime condizioni di lavoro e scarso benessere alloggiativa, situazioni, stante la denuncia del segretario regionale Cosp Barbera, che si registrano all’interno della struttura penitenziaria a causa della carenza cronica di uomini, circa 100 unità rispetto alle dotazioni organiche ferme al giugno 2013.

“I poliziotti – scrive il Cosp – si astengono dalla consumazione dei pasti, pranzo e cena, nella totalità delle adesioni, come già avvenuto in tutta la giornata di ieri, con il prosieguo fino alla data del 26 gennaio 2017, per sollecitare l’Amministrazione centrale ad istituire una caserma agenti in un separato plesso che doveva essere destinato a piano detentivo invece ci dormono i poliziotti.

La situazione del carcere di Arghillà – denunciano Mastrulli e Barbera – “è all’estremo delle forze, e i poliziotti nel mese scorso, durante e dopo le festività, sono stati costretti a rimanere in servizio per 8, 10, 12 ore continuative senza alcuna sosta, senza alcuna interruzione, neanche per la pausa caffè o pranzo, consumando un panino o un pezzo di pizza all’interno del reparto dove lavorano per vigilare i detenuti. Ciò, per la mancanza di personale che doveva effettuare il cambio della guardia”.

Si tratta di una “azione democratica, pacifica sindacale rivendicativa – spiega il sindacato – avviata dalla segreteria regionale della Calabria guidata dal segretario Luigi Barbera, che rappresenta come sindacato Co.s.p.  una tra le più consistenti forze sindacali all’interno della nuova struttura penitenziaria, la quale che si impegna per tutelare i diritti del personale del  comparto sicurezza e del comparto ministeri”.

Con l’apporto nazionale, conclude Mastrulli, la delegazione sindacale calabrese “saprà portare all’attenzione delle istituzioni e del governo centrale la delicata profonda mortificazione in cui versa il distaccamento di polizia penitenziaria e il settore comparto ministeri della Calabria come della sede di Arghillà”.

Per il 27 gennaio è prevista un’assemblea del Cosp a cui parteciperà il parlamentare e componente della Commissione antimafia, Angelo Attaguile.