Omicidio brigadiere Iozia, colonnello Scafuri: “Ndrangheta è tumore”

Carlomagno

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Il colonnello Scafuri durante il suo intervento in chiesa per commemorare il brigadiere Rosario Iozia
Il colonnello Scafuri durante il suo intervento in chiesa per commemorare il brigadiere Rosario Iozia

“Chiedo ai ragazzi qui presenti un minuto della loro attenzione. Questo è Rosario e qui c’è una mamma che dopo 30 anni continua a piangere il suo figliolo, ucciso dalla ‘ndrangheta”.

Così il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, colonnello Giancarlo Scafuri, si è rivolto ai ragazzi che affollavano la Chiesa Matrice di Cittanova in occasione della commemorazione del brigadiere Rosario Iozia, ucciso dalla ‘ndrangheta il 10 aprile del 1987

“Genitori e insegnanti abbiate il coraggio di spiegare ai vostri ragazzi cosa è la ‘ndrangheta. Parlatene, parlate della ‘ndrangheta, non abbiate paura”. Un termine “che non ha pronunciato nessuno oggi in chiesa”, ha detto tenendo la foto in mano del giovane ucciso trent’anni fa.

“La strada – ha aggiunto l’ufficiale – è una sola. La ‘ndrangheta è un tumore maligno che la Calabria non merita perché questi sono i risultati. Riflettete su questo, cari ragazzi. Andate a casa e parlatene. Onore e rispetto per Rosario, dunque, ucciso quando aveva appena 25 anni e che non ha avuto la possibilità di crescere dei figli”.

Alla commemorazione ha partecipato la madre del brigadiere Iozia, Anna Monaco, che ascoltando le parole del colonnello Scafuri non è riuscita a trattenere le lacrime.