Fermati scafisti dello sbarco a Saline. Migranti hanno pagato 5.000 euro

Carlomagno

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scafisti ucraini
I presunti scafisti fermati dalla Polizia di Reggio Calabria

A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia, il 18 Aprile 2017 la Squadra Mobile di Reggio Calabria, unitamente al Servizio Aeronavale della Guardia di Finanza, ha sottoposto, d’iniziativa, a fermo di indiziato di delitto 3 cittadini extracomunitari di origine ucraina, gravemente indiziati di essere stati al comando dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti sbarcati in località Saline Ioniche nelle prime ore del giorno di Pasqua.

In particolare, all’alba del 16 Aprile, sul tratto di strada compreso tra Melito Porto Salvo e Saline Ioniche, ne Reggino, alcune pattuglie della Polizia di Stato e dei Carabinieri hanno individuato 79 cittadini extracomunitari evidentemente sbarcati poco prima sulla costa.

La Squadra Mobile della Questura reggina ha immediatamente avviato una serrata attività di indagine che ha consentito, in breve, di stabilire che i migranti si erano imbarcati in Turchia a bordo di un peschereccio di colore bianco, condotto da tre scafisti russofoni, che avevano effettuato un viaggio durato quattro giorni ed erano stati sbarcati presso Saline Ioniche, mentre il natante si era allontanato verso l’alto mare.

Le informazioni raccolte hanno consentito di ricondurre l’evento ad alcune organizzazioni criminali, operanti in Turchia, che avvalendosi perlopiù di scafisti ucraini sono solite gestire traffici di esseri umani dalla Turchia verso l’Italia, in particolare verso le coste calabresi.

Tutte le forze aeree e navali, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, compreso un elicottero AW139 del V Reparto Volo di Reggio Calabria, sono state immediatamente impiegate per l’individuazione del natante utilizzato per il traffico, concentrando le ricerche verso la rotta ipotizzata per il rientro, in direzione sud-est rispetto al luogo di sbarco.

Contemporaneamente è stata attivato, a Pratica di Mare, l’International Cordination Center dell’operazione internazionale congiunta “TRITON 2017”, sotto egida Frontex, che ha disposto l’impiego di un aereo per la perlustrazione del mar Ionio.
Alle ore 18,00 circa, a 100 miglia nautiche al traverso Est di Siracusa, il velivolo ha individuato un obiettivo con le caratteristiche corrispondenti a quelle dichiarate dai migranti,che stava dirigendo verso sud-est, con rotta di allontanamento dalle coste nazionali.

Tre unità navali del Gruppo Aeronavale di Messina e dei Reparti Operativi Aeronavali della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e Palermo, sono state immediatamente inviate in zona per cercare di raggiungere il peschereccio.

Alle 05:00 del 17 aprile, a circa 172 miglia ad Est da Siracusa, il Guardacoste G.125 FUSCO della Sezione Operativa Navale di Catania e il Pattugliatore Veloce P.V. 4 AVALLONE della Stazione Navale di Manovra di Messina, nonostante le severe condizioni meteomarine, hanno raggiunto la motobarca “AVALON”. I finanzieri, dopo un difficoltoso abbordaggio dell’imbarcazione, sono riusciti a salire a bordo ed a bloccarne il moto.

Oltre ai tre componenti dell’equipaggio tutti di nazionalità ucraina, i militari hanno rinvenuto evidenti tracce di bivacco, compatibili con la presenza prolungata a bordo dei migranti sbarcati il giorno prima sulle coste di Saline Joniche.

Il convoglio, con a rimorchio la motobarca “AVALON”, si è diretto verso il porto di Reggio Calabria, dove è giunto alle 23:30 del giorno 17 aprile 2017. All’arrivo in porto i finanzieri del comparto aeronavale calabrese insieme agli uomini della Polizia di Stato, hanno compiuto una più accurata ricognizione ed ispezione del natante fermato, nel corso della quale sono stati rinvenuti ulteriori elementi di prova.

Presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria sono stati successivamente completati gli accertamenti di polizia giudiziaria da cui sono emerse le inconfutabili responsabilità, a carico dei tre cittadini ucraini in ordine ai reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione a delinquere finalizzata all’introduzione e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel territorio dello Stato. I tre ucraini sono stati, pertanto, dichiarati in stato fermo di indiziato di delitto e posti a disposizione della competente A.G.

Il mezzo utilizzato per la commissione del reato è stato posto sotto sequestro. L’attività di indagine ha consentito di accertare che ciascuno dei migranti ha pagato 5.000 euro per il viaggio dalla Turchia all’Italia.
La competente A.G. nella giornata del 21 aprile, ha convalidato il fermo di p.g. ed emesso, contestualmente, ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei tre cittadini ucraini.