Estorsioni e armi, gip convalida fermi e fa arrestare Sebastiano Musarella

Carlomagno

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Sebastiano e Gianfranco Musarella arrestati con operazione Lampo
Da sinistra Sebastiano Musarella e il fratello Gianfranco

E’ stato convalidato il fermo a carico di Gianfranco Musarella e Antonino, Giovanni e Alessandro Marra fermati lo scorso 5 maggio nell’ambito dell’operazione “Lampo”. Il gip di Reggio Calabria ha disposto per tutti la misura cautelare in carcere che è stata notificata oggi dagli agenti della Squadra mobile e dai Carabinieri di Reggio.

I quattro, in questa prima operazione dovranno rispondere a vario titolo di estorsione, porto e detenzione illegale di armi, lesioni personali, danneggiamento mediante incendio, aggravati dalle modalità mafiose, ai danni di una pizzeria ristorante di Reggio.

Un’altra ordinanza di custodia in carcere nell’ambito della stessa operazione (Lampo 2) è stata notificata anche a Sebastiano Musarella, detto “Seby”, 39 anni, fratello del Gianfranco. Quest’ultimo si trova già recluso per una condanna per associazione mafiosa nell’ambito dell’indagine “Eremo” del 2005. Col nuovo arresto dovrà rispondere di estorsione aggravata dalle modalità mafiose.

Sempre in data odierna, il Giudice per le indagini preliminari ha confermato gli arresti per l’arsenale di armi e munizioni ritrovato lo scorso 5 maggio durante l’esecuzione dei fermi della prima operazione.

In un locale attiguo all’abitazione di Gianfranco Musarella, Polizia e Carabinieri trovarono l’arsenale alla presenza del proprietario il quale era in compagnia di Giovanni Marra e Pamela Domenica Barillà, nata 23 anni fa a Reggio Calabria, compagna del Gianfranco.

Per i tre, in questo caso, era scattato l’arresto in flagranza. Solo per Pamela Barillà è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. La donna, al momento, risulta coinvolta solo perché trovata nel locale dove sono state rinvenute le armi.