Piantagione di marijuana scoperta nel Parco Nazionale d’Aspromonte

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

piantagione marijuana parco aspromonteUna coltivazione di canapa indiana composta da 450 piante è stata scoperta dai carabinieri forestali di Oppido Mamertina all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Le piante, con altezza variabile da un metro e mezzo a 2 metri circa, ben occultate tra la fitta vegetazione, sono state rinvenute nel comune di Santa Cristina d’Aspromonte, nella località “Panacuma”, in una zona impervia e difficile da raggiungere, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte e risultavano coltivate lungo terrazzamenti ricavati su un costone inaccessibile, con un sistema di irrigazione a goccia costituito da tubi in pvc che consentiva il regolare apporto di acqua alle lussureggianti piante da un vicino torrente.

Quest’ultime erano ormai prossime ad essere tagliate e successivamente essiccate per la produzione di marijuana, che avrebbe portato ad un giro d’affari di circa 200 mila euro al mercato al dettaglio. Nel corso dell’operazione sono stati rinvenuti e sequestrati anche gli attrezzi per la coltivazione.

La piantagione, tranne 10 fusti lasciate interi come campionatura per le successive analisi chimico-fisiche volte a verificare la presenza del principio attivo delta 9-thc, sono state trasportate a Oppido Mamertina nel terreno annesso alla stazione, dove, su disposizione del magistrato di turno, sono state distrutte . Proseguono tutt’ora le indagini volte all’individuazione dei responsabili della coltivazione.