Colleziona foto e video pedopornografici, arrestato

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

polizia postale Dietro l’apparenza innocua di un normale impiegato e padre di famiglia, si celava la personalità di un appassionato collezionista di immagini e video pornografici, realizzati mediante l’utilizzo di minori di diciotto anni.

E’ questo il profilo di un impiegato 63enne abitante a Reggio Calabria, che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata nei suoi confronti dal gip presso il tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito oggi dalla Polizia postale di Reggio Calabria che, qualche tempo addietro, aveva eseguito una perquisizione presso l’abitazione e la sede lavorativa dell’indagato nell’ambito di un altro procedimento penale aperto dalla procura della Repubblica di Venezia sullo stesso fenomeno che coinvolge soggetti minorenni.

L’analisi svolta dagli investigatori ha consentito di rinvenire quasi duemila tra immagini e video conservati nelle memorie digitali degli strumenti sequestrati, dal contenuto ritenuto pedo-pornografico del quale, secondo l’accusa, l’uomo sarebbe stato consapevole, tanto che gli viene contestata l’aggravante dell’utilizzo di mezzi atti ad impedire la propria identificazione.

Sotto questo profilo, le indagini svolte dagli investigatori coordinati dal procuratore aggiunto Gerardo Diminijanni e dirette dal sostituto Diego Capece Minutolo, si sono rivelate particolarmente complesse, poiché il soggetto, evidentemente consapevole delle caratteristiche proibite del materiale detenuto, al fine di impedire la propria identificazione aveva effettuato le connessioni attraverso la linea internet del proprio datore di lavoro e quella di un’abitazione privata ubicata nei pressi del suo domicilio.

Gli accertamenti avrebbero permesso di accertare anche la divulgazione del materiale e la presenza di video che documentano abusi sessuali su vittime pre-adolescenti, nonché la creazione di apposite “cartelle” destinate a classificare le diverse tipologie di immagini e video.