‘Ndrangheta, estradato dalla Spagna il latitante Giuseppe Di Marte

E' giunto stamane all’aeroporto di Roma Fiumicino il 31enne di Rosarno, arrestato lo scorso 6 marzo 2019 a Madrid, dopo 8 mesi di latitanza trascorsi tra l’Italia ed il paese iberico

Carlomagno

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Giuseppe Di Marte
Giuseppe Di Marte

Questa mattina, al termine delle procedure di estradizione avviate dalla Spagna, è giunto all’aeroporto di Roma Fiumicino il rosarnese Giuseppe Di Marte, di 31 anni, arrestato lo scorso 6 marzo 2019 a Madrid, dopo 8 mesi di latitanza trascorsi tra l’Italia ed il paese iberico.

L’arresto del Di Marte, avvenuto contestualmente a quello di Rosario Grasso, 37enne, ritenuto esponente di spicco della cosca di ‘ndrangheta dei Cacciola-Grasso di Rosarno, è giunto a conclusione delle indagini condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, i cui esiti sono stati riversati alla Polizia nazionale spagnola, che ha localizzato ed arresto in Spagna i due ricercati.

La cattura dei due è giunta all’esito di una pressante attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, avviata all’indomani dell’operazione di polizia “Ares”, che il 9 luglio 2018 ha permesso di disarticolare due tra le più temibili articolazioni della ‘ndrangheta attive nella Piana di Gioia Tauro.

L’indagine “Ares”, condotta dal Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro tra il 2017 ed il 2018, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto procuratore Adriana Sciglio, ha permesso di individuare per la prima volta due aggregazioni della ‘ndrangheta, quella dei “Cacciola-Grasso” e quella dei soli “Cacciola”, contrapposte tra loro, radicate nella Piana di Gioia Tauro e riconducibili alla società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

In particolare, le indagini avrebbero attribuito a Rosario Grasso un ruolo di assoluto vertice della cosca “Cacciola-Grasso”, comprovando altresì il suo particolare attivismo nell’importazione di sostanze stupefacenti in Europa, grazie ai contatti diretti che poteva vantare con gli esponenti dei cartelli colombiani e venezuelani.

La stessa indagine “Ares” avrebbe ilontre permesso di accertare il ruolo rivestito da Giuseppe Di Marte, quale narcotrafficante di fiducia di Grasso ed a completa disposizione delle esigenze della cosca, in qualità di “promotore, organizzatore e co-finanziatore dell’organizzazione diretta dal Grasso e finalizzata all’importazioni di impressionanti partite di cocaina dalla Colombia”.

Le indagini si sono avvalse, per i profili di collaborazione internazionale, dell’apporto fornito dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga-DCSA e dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia-SCIP.