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Violenza sessuale, circonvenzione di incapace, tentata estorsione e sostituzione di persona. Questi i reati contestati ad un 56enne reggino ex dipendente pubblico, oggi pensionato, che è stato arrestato dalla Polizia postale dopo una inchiesta coordinata dalla procura di Reggio Calabria che ha richiesto e ottenuto una misura domiciliare dal gip.
L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe adescato due donne sui facebook e sotto falsa identità le convinceva via chat ad uscire con lui e, approfittando della loro fragilità, riusciva anche ad averci rapporti sessuali.
Rapporti che lui filmava di nascosto a scopo ricattatorio, ma quando le vittime si sono rese conto di essere davanti ad un millantatore, l’uomo le minacciava di postare le clip sui social così da impaurirle e chiedere somme di denaro, che otteneva. Poi le donne, due, lo hanno denunciato e fatto arrestare.
Sposato e padre di due figli, spiega una nota, l’adescatore sfruttava le opportunità offerte da internet attraverso siti dedicati agli incontri e social network, convinto di poter mantenere l’anonimato creandosi una falsa identità. In questo modo aveva conosciuto online le potenziali vittime con le quali, dopo lusinghe e false informazioni sulla propria vita ed attività lavorativa, aveva instaurato relazioni nella vita reale, convincendole ad incontrarlo di persona ed intrattenendo poi rapporti sessuali, approfittando della fragilità emotiva e della debolezza caratteriale indotta anche da stati patologici.
Le due donne, tuttavia, dopo essere cadute nella rete, trovavano la forza di reagire denunciando di aver corrisposto al loro adulatore somme di denaro richieste con varie scuse e, in un caso, di avere ricevuto una vera e propria richiesta estorsiva, consistente nella minaccia di divulgare il video del loro rapporto sessuale se non avesse ricevuto la somma di denaro richiesta.
L’intento di rimanere sconosciuto celandosi sotto la falsa identità e le false informazioni dichiarate online, veniva tuttavia vanificato dagli accertamenti svolti dalla Polizia Postale di Reggio Calabria, che in breve tempo risaliva al reale autore dell’adescamento ed acquisiva i necessari riscontri in ordine ai reati contestati, tra cui anche la violenza sessuale aggravata, mediante abuso della condizione di inferiorità psichica delle vittime e la sostituzione di persona, in quanto lo stesso, con opera di persuasione sottile e subdola induceva le adescate a compiere atti sessuali che diversamente non avrebbero compiuto.