Omicidio Cartisano, l’articolo di Repubblica del 23 aprile 1988

Carlomagno

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L'articolo di Repubblica dell'88 sull'omicidio Cartisano quando i carabinieri uccisero uno dei killer, Luciano Pellicanò
L’articolo di Repubblica dell’88 sull’omicidio Cartisano quando i carabinieri uccisero uno dei killer, Luciano Pellicanò

Aveva appena assassinato, in un bar, un giovane che apparteneva al clan rivale. Durante la fuga, però, è stato intercettato da una pattuglia dei carabinieri, contro cui ha aperto il fuoco. Nella sparatoria, il killer ha avuto la peggio ed è rimasto ucciso. Un suo complice è riuscito a dileguarsi. E’ successo ieri sera, poco dopo le 21, in pieno centro cittadino, a breve distanza dal museo della Magna Graecia.

A quell’ora, Luciano Pellicanò, 22 anni, è entrato nel bar Malavenda, in compagnia di un altro giovane, probabilmente il suo guardaspalle e subito s’ è diretto verso Giuseppe Cartisano, 22 anni che stava nei pressi del bancone sorseggiando una bibita. Pellicanò ha tirato fuori una pistola automatica ed ha sparato contro il giovane l’intero caricatore, uccidendolo. Poi è scappato a piedi.

Ma fatte poche centinaia di metri, il killer e il suo guardaspalle sono incappati in una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri. Contro i militari, Pellicanò ha esploso numerosi colpi di pistola. I tre carabinieri, armati di mitragliette, hanno risposto al fuoco. Nel violentissimo conflitto a fuoco, il killer è stato raggiunto dai proiettili sparati dai militari ed è caduto a terra, ucciso.

Il giovane che era con lui, invece, sembra sia riuscito ad allontanarsi incolume. Ora è ricercato dai carabinieri e dagli agenti di polizia accorsi in aiuto dei loro colleghi. Nel corso delle indagini e dei successivi sopralluoghi, i carabinieri hanno ritrovato cinque pistole, di cui alcune calibro 7.65. Una di queste era davanti al bar dove il killer ha ucciso il boss rivale, le altre quattro sono state recuperate nel luogo dove è avvenuta la sparatoria con la pattuglia. Secondo gli inquirenti, il tragico agguato sarebbe da ricollegarsi alla faida dei clan contrapposti degli Imerti e dei De Stefano. Pellicanò avrebbe ucciso Cartisano perché quest’ultimo aveva tradito il gruppo dei De Stefano, schierandosi con gli Imerti.

Inoltre il delitto sarebbe anche una vendetta per l’ uccisione, avvenuta l’ altro ieri, del boss mafioso Carmelo Cannizzaro, di 51 anni, ed il ferimento di un amico di quest’ ultimo, Domenico Fossato, di 48 anni.
(La Repubblica 23 aprile 1988)