Inchiesta Eyfhemos, sequestrate armi e denaro. Arrestati in flagranza tre indagati

Carlomagno

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Denaro contante e diverse armi clandestine e munizionamento sono state scoperte e sequestrate nel corso dell’operazione Eyphemos, della Dda di Reggio Calabria. La Squadra mobile reggina fa sapere di aver eseguito due giorni fa tre arresti in flagranza di reato per armi nei confronti di tre persone già contestualmente colpite quella mattina dall’ordinanza che ha portato agli arresti 65 persone. Si tratta di Domenico Laurendi, Diego Forgione e Domenico Forgione. I tre dovranno rispondere quindi anche di detenzione abusiva di armi clandestine.

Durante le perquisizioni effettuate dagli agenti di Reggio coi colleghi di Palmi e altri reparti, a casa di Domenico Laurendi, hanno rinvenuto una pistola marca Regina, calibro 6,35, priva di matricola e munita di caricatore e cartucce, di un coltello basculante, di un pugnale e di un machete.

L’uomo nell’inchiesta Eyphemos è ritenuto responsabile di associazione mafiosa. Secondo l’accusa avrebbe avuto il ruolo di promotore ed organizzatore di una fazione mafiosa all’interno del locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte, contrapposta a quella facente capo a Cosimo Idà. Laurendi era deputato a molti compiti all’interno dell’organizzazione criminale, avendo anche rapporti con la “massoneria”, ed è ritenuto responsabile anche dei reati di estorsione, altri reati in materia armi, anche da guerra e clandestine, reati in materia di stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso ed intestazione fittizia di beni.

A Sant’Eufemia d’Aspromonte, invece, sempre in flagranza per detenzione di armi, sono stati arrestati Diego Forgione e Domenico Forgione poiché, nel corso di perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti una pistola Beretta modello 70, cal. 7,65, con matricola cancellata, 28 cartucce dello stesso calibro, di cui tre inserite nel caricatore, ed altri due caricatori.

Nell’inchiesta Diego Forgione è ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso, con il ruolo di capo ed organizzatore del locale, con il potere di mettere veto per le affiliazioni, in strettissimo contatto con Domenico Laurendi e gli altri affiliati; Domenico Forgione, consigliere di minoranza e figlio di Diego, è accusato di associazione mafiosa, con il ruolo di partecipe, con compito di monitorare gli appalti assegnati dal Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte al fine di agevolare i successivi interessi criminali della cosca.

Peraltro nel corso della vasta operazione di polizia, è stato sequestrata un’ingente somma di denaro contante, ed in particolare 62.155 euro e 230 dollari americani a Cosimo Idà (già Vice Sindaco del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, cognato di Giuseppe Alvaro, in quanto ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso con il ruolo di promotore ed organizzatore di una fazione mafiosa all’interno del locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con compiti di decisione, pianificazione delle attività economiche, con il potere di affiliazione), e 4.430 euro di Domenico Luppino (già responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con rapporti costanti con gli altri affiliati e partecipe alla frangia mafiosa riferibile a Laurendi Domenico).

Inoltre, a Milano, la locale Squadra mobile su delega dei colleghi reggini, nel corso di perquisizione nei confronti di un soggetto indagato, ha sequestrato la somma di 105.000 euro.

Infine nella disponibilità di alcuni arrestati sono stati rinvenuti armi e munizioni, per i quali si è proceduto in via amministrativa al sequestro: si tratta di 13 fucili, 3 pistole ed il relativo vario munizionamento.