‘Ndrangheta, colpo alla famiglia Cristello in Lombardia. 20 arresti

Scacco della Dda di Milano alla famiglia originaria del Vibonese, che terrorizzava la Brianza con estorsioni adottate con violente intimidazioni.

Carlomagno

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'Ndrangheta, colpo alla famiglia Cristello in Lombardia. 20 arresti

Blitz contro le cosche di ‘ndrangheta in Lombardia. Nelle province di Monza e della Brianza, Como, Lecco, Reggio Emilia, Macerata, Reggio Calabria, è in corso una vasta operazione dei Carabinieri di Monza Brianza e Como, finalizzata all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 soggetti, di cui 21 italiani e un serbo (16 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 2 obbligo di dimora) tutti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, tutti aggravati dal metodo mafioso, nonché detenzione e porto abusivo di armi ed associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

L’attività investigativa sviluppata dal Nucleo Investigativo dell’Arma monzese e dai militari della Compagnia di Cantù e coordinata dalla DDA di Milano, ha permesso di documentare la pervasività della presenza sul territorio di una nota famiglia di ‘ndrangheta originaria del vibonese in continua espansione sia in Brianza che all’estero (Germania, Spagna e Svizzera).

Accertata dai carabinieri un’azione di vero comando e controllo nei confronti della popolazione attraverso comportamenti tali da incutere timore ed omertà anche grazie alla spendita del cognome “Cristello”.

L’operazione è frutto di due complesse e vaste indagini, confluite in un’unica attività investigativa,svolte,con il coordinamento della D.D.A. di Milano (Procuratore aggiunto Alessandra Dolci, pm Cecilia Vassena e Sara Ombra) rispettivamente, dal Nucleo Investigativo Carabinieri Gruppo di Monza e dal Nucleo Operativo Radiomobile Compagnia Carabinieri di Cantù,che hanno ricostruito gli stessi episodi criminali da prospettive diverse pervenendo, in assoluta autonomia, a risultati analoghi.

Da un lato l’indagine ha approfondito le dinamiche criminali della locale di Seregno operante nei comuni di Seregno, Desio, Giussano, Verano Brianza, Carate Brianza, Meda e Mariano Comense, locale che, nonostante le pesanti condanne subite dai suoi appartenenti a seguito dell’operazione Infinito, si è dimostrata ancora fortemente radicata nel territorio, dall’altro ha consentito di documentare ancora una volta il capillare e totale controllo da parte della ’ndrangheta nelle attività economiche del territorio con particolare riferimento, questa volta, al “business” dei servizi di sicurezza nei locali di pubblico intrattenimento ubicati nelle province di Como, Monza Brianza e Milano e all’attività dei rivenditori ambulanti di panini per i quali è la ‘ndrangheta a decidere le postazione e a dirimere eventuali controversie sorte tra i rivenditori ambulanti.

In particolare, è emerso che i servizi di sicurezza nei locali di pubblico intrattenimento, vengono controllati dalla ‘ndrangheta attraverso l’imposizione di ditte di sicurezza di “copertura” dietro le quali si celano soggetti appartenenti alla ‘ndranghetista che, per lo svolgimento dei servizi di sicurezza, si avvalgono solo in piccola parte di persone specializzate e munite della prevista autorizzazione prefettizia.

Emblematica, in tal senso, è la frase pronunciata da uno degli indagati che così racconta le “regole” per l’aggiudicazione dei servizi di sicurezza in Brianza:  “…Purtroppo nella vita e nei paesi della Brianza, ci sono degli equilibri che vanno oltre il lavoro della “sicurezza” perché dietro al lavoro della “sicurezza” nei nostri paesi qua c’è sempre qualcuno dietro, ok? …“

Gli indagati si muovevano con assoluta spavalderia e determinazione e senza alcun timore o ritegno, utilizzando i metodi tipici della criminalità organizzata: “…Chiamo il direttore del locale e gli dico…”non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove ci siamo noi, perchè tu  il venerdì apri, il sabato sera veniamo noi, ti tiro giù tutta la sicurezza e tutti i buttafuori, e chiudi.…”

Le condotte poste in essere avevano certamente, come scopo, di favorire le attività della “’ndrangheta” e, in particolare, anche il mantenimento dei sodali detenuti: “…Tutti i mesi bisogna mandare il regalo agli amici che purtroppo non ci sono più a lavorare con noi, ed hanno bisogno di mangiare giustamente no?…”

Accanto a questo spaccato, sono, naturalmente, emerse anche le ulteriori attività tipiche della criminalità organizzata di stampo mafioso, cioè attività estorsive e attività di“recupero crediti” effettuate con modalità estorsive in cambio di una percentuale sull’intero capitale da recuperare.

A dimostrazione del grado di infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto socio-economico del territorio è emerso che tale attività di recupero credito veniva sempre richiesta, e non offerta, sia da imprenditori sia anche da gente comune. Affidare il recupero di discrete somme di denaro in cambio di una percentuale sull’intero capitale da recuperare è ormai divenuta una pratica sempre più diffusa tra gli imprenditori locali e rappresenta oggi una importante fonte di introiti per le organizzazioni criminali, le quali, di fatto, trattengono per sé una grossa percentuale del debito riscosso, riuscendo, contestualmente, ad inserirsi nelle stesse imprese committenti o, comunque, nel settore commerciale locale. Anche in questo caso, gli atteggiamenti manifestati dagli indagati si sono rivelati assolutamente idonei ad esercitare una particolare coartazione psicologica sulle persone in quanto dotati dei caratteri propri dell’intimidazione derivante dall’associazione di tipo mafioso presente ed operante nel territorio. :

Io ve lo giuro… se gli ridate tutti i soldi a … vi sparo dai coglioni fino alla gola e ve li faccio saltare al cervello… questo poco ma sicuro… e tu lo sai benissimo come la penso eh… te l’ho detto anche a casa tua …”

“… E io gli sparo quattro colpi in testa gli faccio saltare il cranio… hai capito o no? quindi prendilo e me lo porti a Verano  a Carate, dove cazzo vuoi … lo vai e lo prendi… come avete fatto sempre coi cazzi vostri per andare da … e me lo porti davanti a me perchè se no vado a casa sua io stanotte… perché adesso mi avete rotto il cazzo tutti”

In particolare, gli indagati, tra cui spiccano i cugini Umberto Cristello, da poco scarcerato per precedente condanna per il reato di associazione mafiosa, e Carmelo Cristello, erano in grado di incutere timore ed omertà con la sola spendita del cognome “Cristello”.

Dice uno degli indagati parlando di un’estorsione da fare, dice: “Ah no!!!  adesso vado là e gli dico che ho bisogno che devo pagare gli avvocati! “ […] “No, no, me li danno! Quando mi vedono il terrore hanno lì dentro!”[…]

Naturalmente, a margine, è stata accertata anche una fiorente attività di narcotraffico internazionale di stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana,approvvigionate attraverso il canale franco-iberico e destinate alla distribuzione nelle province brianzola e comasca e finanche in Germania.

Nel corso dell’attività svolta sono state tratte in arresto in flagranza di reato per traffico internazionale di stupefacenti 7 persone, 2 delle quali con l’ausilio della Gendarmeria Francese ricostruendo un voluminoso traffico di stupefacenti.

Contestualmente sono state eseguite ulteriori 18 perquisizioni presso abitazioni, ristoranti, esercizi commerciali e terreni nelle province di Monza e della Brianza, Como, Reggio Calabria, Lecco, Reggio Emilia, Macerata.