‘Ndrangheta, rinviati a giudizio politici e boss

Il gup di Reggio Calabria ha mandato a processo tutti gli imputati coinvolti nell'inchiesta "Libro nero" che ha svelato legami tra la cosca Libri e politici. Tra loro ci sono anche Demetrio Naccari Carlizzi, Sebi Romeo e Alessandro Nicolò.

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

aula giustizia processo

Il Giudice per l’udienza preliminare Vincenzo Quaranta ha rinviato a giudizio tutti gli imputati che hanno scelto il rito ordinario nel processo “Libro Nero” nato da un’inchiesta della Squadra mobile sulla cosca Libri e sui legami con gli ambienti politici reggini.

La pubblica accusa, nel corso delle udienze preliminari, è stata rappresentata dai pm Walter Ignazitto e Stefano Musolino. Tra i rinviati a giudizio anche l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, del Partito democratico; l’ex capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo e l’ex consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Nicolò.

Quest’ultimo, ritenuto il politico di riferimento della cosca Libri, sarà processato con l’accusa di associazione mafiosa. Nicolò, secondo l’accusa, avrebbe stretto “uno stabile e permanente accordo” con gli esponenti della famiglia di ‘ndrangheta “assicurando agli stessi, che gli procuravano ingenti pacchetti di voti in occasione delle consultazioni elettorali (comunali, provinciali, regionali), benefici di vario genere”.

Nicolò è stato prosciolto solo dal reato di corruzione elettorale per una questione legata all’impossibilità di utilizzare intercettazioni per questo reato. Naccari Carlizzi, invece, è stato rinviato a giudizio per concorso esterno con la ‘ndrangheta.