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Maxi-blitz contro la ‘ndrangheta in Italia, Germania, Romania e Spagna, coordinata dalla Procura di Torino. Con l’impiego di oltre 200 donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e un centinaio di unità di polizia, dei carabinieri e Guardia di Finanza, l’operazione ‘Platinum-Dia’ è culminata con l’esecuzione di numerosi arresti e perquisizioni che hanno assestato “un duro colpo” alla ‘ndrangheta, assicurano gli inquirenti.
Le misure sono state emesse dal Tribunale di Torino su richiesta della Direzione distrettuale antimafia piemontese e coordinata dalla Direzione nazionale antimafia, in Italia ed in Germania, nei confronti di persone ritenute affiliate alla ‘ndrangheta, attive nel “locale” di Volpiano (Torino), considerate terminale economico della famiglia Agresta di Platì (Reggio Calabria), nonché nei confronti di esponenti della famiglia Giorgi, detti “Boviciani”, di San Luca (Reggio Calabria), ritenuti responsabili di narcotraffico internazionale ed attive in Piemonte, Calabria, Sardegna e, in Germania, nel Land del Baden Wùrttemberg, nelle località turistiche del Lago di Costanza.
Personaggio chiave nelle inchiesta della Dda piemontese è il collaboratore di giustizia Domenico Agresta, detto ‘Micu McDonald’, dalle cui dichiarazioni sono scaturiti tutti gli spunti investigativi oggetto di indagine.
Sono stati eseguiti in tutto 31 arresti e diverse perquisizioni. Ci sono anche 65 indagati a piede libero.
Le perquisizioni hanno permesso di scoprire e sequestrare quattro pistole, 200 grammi di cocaina, oltre 50mila euro di denaro in contante e diversi beni preziosi. Una misura cautelare è stata eseguita nei confronti di un appartenente alla polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Torino. L’agente è ritenuto figura di fiducia dei Giorgi, nonché acquirente di droga dai componenti della stessa famiglia calabrese.
Nell’ambito dell’esecuzione delle misure cautelari, la Dia ha operato anche numerosi sequestri preventivi di beni costituiti da compendi aziendali, società cooperative ed edilizie, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali, corrispondenti ad un valore di molti milioni di euro.
In particolare, sono oggetto dei provvedimenti 5 compagini societarie che operano nel settore della ristorazione; la torrefazione “Caffè Millechicchi” e il bar “VIP’S” di Torino, una rivendita tabacchi di Volpiano (Torino), nel settore immobiliare “G.P. Immobiliare” e nel settore dell’edilizia la società “General Costruzione”, imprese con sede nel capoluogo piemontese.
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Il patrimonio è stato accumulato dalla famiglia che fa capo al boss Antonio Agresta, 61 anni, ritenuto uno dei massimi esponenti della ‘ndrangheta in Piemonte. Le indagini hanno permesso da un lato di verificare l’appartenenza alla ‘locale’ di Volpiano degli imprenditori Gianfranco Violi (titolare delle attività sequestrate), dei fratelli Mario e Giuseppe Vazzana e di Domenico Aspromonte (46 anni, omonimo di un imprenditore di Volpiano come lui ma che non c’entra nulla con l’inchiesta, ndr), certificandone il ruolo di gestione del patrimonio della famiglia, e il ruolo di prestanome di Andrea Aurora.
L’inchiesta, partita nel 2016, è stata coordinata dal pm Valerio Longi. “È una ‘ndrangheta che rifugge da gesti eclatanti che fa proliferare attività commerciali, spesso intestate a terze persone”, dice il procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto. “Attaccare l’organizzazione su questo punto è per loro un colpo durissimo e ristabilisce la libera concorrenza”.
Secondo il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, “le società immobiliari rivestivano un grande rilievo nella zona e consentivano agli affiliati alle organizzazioni di ottenere posti di lavoro ‘puliti’ per dare meno nell’occhio”.
Gli appartenenti all’organizzazione (in particolare quelli della famiglia Giorgi) avevano aperto attività redditizie di ristorazione anche in località turistiche della Germania, come Baden Baden, utilizzando il marchio Paganini. Questi servivano anche a ramificare l’organizzazione nel nord Europa. Per quanto riguarda la stessa famiglia, è stato documentato un ingente traffico di droga. Di questa fa parte Giuseppe Romeo detto “Maluferru” o ‘Il Nano’, latitante arrestato lo scorso 11 marzo a Barcellona.
Gli arrestati
Andrea Aurora, 30 anni, di Settimo Torinese
Domenico Aspromonte, 46 anni, di Volpiano
Fabio Cardella, 45 anni, di Piossasco
Piero Filippo Colacicco, 41 anni, di Volvera
Giorgia Fadda, 28 anni, di San Sperate (Sud Sardegna)
Antonio Giorgi, 34 anni, di Bovalino (Reggio Calabria)
Antonio Giorgi. 30 anni, di San Luca (Reggio Calabria)
Domenico Giorgi, 57 anni, di San Luca (Reggio Calabria)
Domenico Giorgi, 39 anni, di Bovalino (Reggio Calabria), già detenuto nel carcere di Alghero (Sassari)
Francesco Giorgi, 53 anni, di San Luca (Reggio Calabria)
Giovanni Giorgi, 48 anni, di Bovalino (Reggio Calabria)
Iolanda Giorgi, 34 anni, di San Luca (Reggio Calabria)
Sebastiano Giorgi, 47 anni, di San Luca (Reggio Calabria)
Valter Cesare Marvelli, 38 anni, di Rivalta di Torino
Marinella Matta, 67 anni, di Cagliari
Valentina Murgia, 28 anni, di Cagliari
Domenico Napoli, 34 anni, di Caulonia (Reggio Calabria)
Pietro Parisi, 40 anni, di Alghero (Sassari)
Mario Piredda, 45 anni, di Sassari
Ubaldo Piredda, 43 anni, di Sassari
Giuseppe Romeo, 35 anni, di Locri (Reggio Calabria)
Stefano Sanna, 29 anni, di Cagliari
Roberto Schirru, 32 anni, di San Sperate (Sud Sardegna)
Sebastiano Signati, 44 anni, di Überlingen (Germania)
Vincenzo Smimmo, 42 anni, di Alghero (Sassari)
Luciano Vacca, 47 anni, di Furtei (Cagliari)
Giuseppe Vazzana, 55 anni, di Chivasso
Mario Vazzana, 58 anni, di Volpiano
Gianfranco Violi, 44 anni, di Volpiano