‘Ndrangheta, catturato in Spagna il boss Paviglianiti

Carlomagno

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Domenico Paviglianiti in una foto d’archivio (Ansa)

A Madrid la Polizia Spagnola e i Carabinieri del Comando provinciale di Bologna hanno arrestato il latitante Domenico Paviglianiti, nato a San Lorenzo di Reggio Calabria nel 1961, destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per quasi dodici anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’operazione è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica del capoluogo emiliano, Giuseppe Amato, e dai sostituti Roberto Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust Filippo Spiezia, e in stretto raccordo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (progetto ICAN e team ENFAST).

Domenico Paviglianiti, ritenuto elemento apicale dell’omonimo casato ‘ndranghetista, tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri, nel reggino, con ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico interazionale di stupefacenti, era già stato condannato all’ergastolo (pena in seguito sostituita in quella della reclusione nella durata di trenta anni) per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati concernenti gli stupefacenti, commessi a partire dagli anni ’80.

Domenico Paviglianiti – secondo gli inquirenti -, avrebbe avuto un ruolo di prim’ordine nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, allorquando unitamente ad altre famiglie di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con quella dei Condello.

La complessa ed articolata attività investigativa avviata nel mese di gennaio 2021, scaturisce dal nuovo provvedimento emesso dalla procura felsinea nei confronti del Paviglianiti.

La misura, in particolare, scaturisce da un ricorso in Cassazione promosso dalla medesima Autorità Giudiziaria, che aveva rilevato un antecedente erroneo calcolo della pena tale da consentire al Paviglianiti di essere rimesso in libertà nell’ottobre del 2019. In quell’occasione l’uomo, 60 anni, aveva lasciato l’Italia e aveva trovato rifugio in Spagna approfittando di uno strutturato circuito relazionale in quel paese, consolidatosi attraverso gli illeciti traffici gestiti. Le attività investigative sono ancora in corso.