Dia: ‘Ndrangheta leader nel narcotraffico, ma meno forte

Carlomagno

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dia direzione investigativa antimafia

La ‘ndrangheta rimane saldamente leader nel narcotraffico internazionale, ma “non appare più così monolitica ed impermeabile alla collaborazione con la giustizia da parte di affiliati nonché di imprenditori e commercianti, sino a ieri costretti all’omertà per il timore di ritorsioni dall’organizzazione mafiosa”. Lo rileva la Direzione investigativa antimafia nella Relazione semestrale al Parlamento, segnalando la consolidata proiezione dei gruppi affiliati in tutte le regioni, in diversi Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania e Malta), nonché in Australia, Usa e Canada.

Sottolineato anche il frequente coinvolgimento negli affari illeciti di donne e minori. Le indagini, evidenzia la Relazione, danno conto “dell’ampio e pressoché inedito squarcio determinato dall’avvento di un numero sempre più elevato di ‘ndranghetisti che decidono di collaborare”. E anche “esponenti di primo piano hanno scelto di rompere il silenzio”. Nessuna tregua però sul contrasto, perché le ‘ndrine sono infiltrate “in svariati settori commerciali, produttivi e dei servizi (costruzioni, autotrasporti, raccolta di materiali inerti, ristorazione, gestione di impianti sportivi e strutture alberghiere, commercio al dettaglio, senza tralasciare il settore sanitario)”. I proventi del traffico di droga – in costante aumento – hanno reso la ‘ndrangheta una vera “potenza imprenditoriale”.

Le cosche, si legge ancora, “hanno da tempo dimostrato di essere straordinariamente abili ad adattarsi ai diversi contesti territoriali e sociali prediligendo, specialmente fuori dai confini nazionali, strategie di basso profilo e tenendosi, al contempo, al passo con il progresso e la globalizzazione. I modelli mafiosi originari vengono replicati al di fuori della Calabria facendo leva sui quei valori identitari posti alla base delle strutture ‘ndranghetiste. Alla stessa stregua non verrebbero abbandonate le tipiche ritualità di affiliazione che non rappresentano un mero fenomeno folkloristico ma preservano sentimenti fortemente caratterizzanti che rafforzano, ad esempio, il legame degli ‘ndranghetisti all’estero con la casa madre reggina”.