Scomparsa imprenditore nel reggino, fermata la moglie e due complici

L'uomo, Agostino Ascone, era sparito nel nulla a dicembre 2021. L'ipotesi della Dda è di omicidio e occultamento di cadavere. Il delitto sarebbe maturato in un contesto mafioso

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Dopo tre mesi di indagini una prima svolta per la scomparsa di Agostino Ascone, l’imprenditore agricolo che nel tardo pomeriggio del 27 dicembre 2021 era scomparso, senza fare ritorno alla sua abitazione della frazione di Amato di Taurianova ed ai suoi affetti.

Questa mattina, i militari del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro hanno dato esecuzione ad un provvedimento di «fermo di indiziato di delitto» emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, a carico di Ilaria Sturiale, moglie della persona scomparsa, di Salvatore Antonio Figliuzzi, legato alla donna, e di Giuseppe Trapasso, ritenuto complice dei due.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, sono state effettuate dai militari del Nucleo Investigativo di Gioia Tauro, con il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova e con l’intervento specialistico del personale del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina e del Reparto Anticrimine di Reggio Calabria.

Attraverso una serie di puntuali approfondimenti investigativi anche di natura tecnico-scientifica, svolti con grande professionalità ed impegno, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire gli ultimi movimenti della vittima prima della sua scomparsa ed a individuare i soggetti che, allo stato degli atti, si ritengono essere responsabili della sua morte e dell’occultamento del suo cadavere.

Il delitto appare maturato in un ambiente caratterizzato dal codice comportamentale della ‘ndrangheta, caratterizzato dal regime di omertà e dalla forza di intimidazione che i diretti interessati sono consapevoli di esercitare.

L’ipotesi investigativa che ha condotto all’emissione del Decreto di fermo dovrà ora trovare una prima conferma da parte del Giudice per le indagini preliminari in sede di convalida.