Resta in carcere il capo militare del clan Bonavota di Sant’Onofrio

Carlomagno

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Da sinistra in alto in senso orario Domenico Bonavota, Onofrio Barbieri, Giuseppe Lopreiato e Domenico Febbraro
Da sinistra in alto in senso orario Domenico Bonavota, Onofrio Barbieri, Giuseppe Lopreiato e Domenico Febbraro

I Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Dda, nei riguardi di 4 persone ritenute affiliate al clan Bonavota di Sant’Onofrio, già arrestati il 14 dicembre scorso, nell’ambito dell’operazione “Conquista”, in esecuzione del fermo di indiziato di delitto disposto dal pm della Dda, Camillo Falvo.

Il provvedimento è stato successivamente convalidato dal Gip di Vibo Valentia che ha trasmesso gli atti per competenza al suo omologo di Catanzaro, il quale ha emesso l’ordinanza notificata giovedì 5 gennaio 2017 agli interessati nella casa circondariale di Vibo Valentia.

Restano in carcere, quindi, Domenico Bonavota, 37 anni, ritenuto il capo “militare” del clan; Onofrio Barbieri, 36 anni, Giuseppe Lopreiato, 22 anni e Domenico Febbraro, 23 anni, tutti di Sant’Onofrio.

Il Gip distrettuale, Pietro Carè, dovrà valutare le posizioni degli altri indagati anche alla luce dei nuovi elementi forniti dalla Dda.

Le indagini hanno consentito di individuare mandanti ed esecutori materiali di due omicidi avvenuti nel vibonese nel 2004: omicidio di Raffaele Cracolicie Domenico Di Leo. Inoltre, è stata fatta luce dinamiche criminali, coincidenti con l’ascesa della famiglia dei “Bonavota” negli anni 2002-2004, da cui secondo l’accusa, sono scaturiti i due gravi fatti di sangue.

Conseguentemente, sono stati individuati mandanti ed esecutori materiali, riconducibili alla famiglia dei “Bonavota”, dei danneggiamenti mediante esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuti a Maierato nel 2004 all’azienda “Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.a.” e più recentemente, nel 2016 ,al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

Quattro giorni più tardi al blitz del 14 dicembre 2016, si era costituito ai Carabinieri Nicola Bonavota, classe 1976, fratello di Pasquale e Domenico, sfuggito alla cattura. Pure lui accusato degli stessi reati dei presunti appartenenti al clan di ‘ndrangheta.