“Le mie figlie rapite dalla madre”, protesta disperata di un padre

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
Emiliano Russo
Emiliano Russo durante la sua protesta

Un uomo, Emiliano Russo, si è incatenato questa mattina nei pressi del Tribunale di Vibo Valentia per chiedere attenzione sulla sua vicenda familiare che lo vede separato dalle sue figlie in tenera età, “rapite dalla madre – ha detto Russo – e portate in Slovacchia”.

Da tre anni l’uomo, che lavorava come musicista sulle navi da crociera, afferma di non riuscire più a vedere le figlie, da quando cioè lo Stato slovacco gli ha imposto di stare con loro 60 ore totali in un anno, cioè una volta ogni tre mesi, o cinque giorni in totale.

“Chiedo – ha detto Russo – che mi sia consentito di fare il padre, come tutti, e di poter vivere ed educare le figlie secondo le leggi italiane e che la madre venga giudicata per il reato che ha commesso. Ringrazio la Procura di Vibo per l’operato e l’impegno che sta profondendo nella mia vicenda, ma mi auguro che la sua azione possa essere più incisiva e faccia accelerare l’iter per far rimpatriare le mie figlie, che sono orfane di un padre vivo”. (Ansa)