Uccise l’amante a colpi di pistola e poi bruciò il corpo, condannato

Sedici anni di carcere a un romeno di 48 anni. Lei voleva interrompere la relazione, lui non l'ha accettato e l'ha fatta fuori in modo efferato

Carlomagno

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aula giustizia processo(ANSA) – VIBO VALENTIA, 13 FEB – Sedici anni di reclusione sono stati inflitti dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro a Stefan Valea, di 48 anni, romeno, riconosciuto colpevole di avere ucciso la donna con cui aveva avuto una relazione, Monica Alexandrescu (37), e di averne poi bruciato il cadavere.

La donna, secondo l’accusa, fu uccisa da Valea l’8 settembre 2008 con due colpi di pistola alla testa al culmine di una discussione nata perché lei aveva deciso di interrompere la relazione. Quindi l’uomo – arrestato dai carabinieri a maggio 2010 – bruciò il cadavere all’interno di un’auto che poi spinse nel greto di un fiume nelle campagne di San Gregorio D’Ippona.

Il corpo venne poi trovato il 14 settembre dopo che il marito, un settantenne di Vazzano, ne denunciò la scomparsa. La sentenza giunge a conclusione di un lungo iter processuale.
Valea, infatti, era stato condannato a 24 anni in primo grado e poi assolto in appello. Sentenza, quest’ultima, annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo d’appello.