Macabro in cimitero Calabria: svuotano tombe, distruggono i cadaveri per liberare posti

E' successo a Tropea, nel vibonese. In carcere i presunti autori. Secondo l'accusa avrebbero addirittura bruciato i resti dei defunti o gettati nei rifiuti, per far spazio a nuove richieste di tumulazioni. I finanzieri hanno filmato tutto incastrandoli

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)
Il cimitero di Tropea (Street view)

Per far spazio alle tumulazioni di nuovi defunti in un cimitero senza più loculi, avevano ideato un sistema che definire macabro è poco: liberavano le tombe estraendo le bare, distruggevano i cadaveri  bruciandoli o gettati nei rifiuti, per poi cedere i loculi ristrutturati ai familiari dei nuovi morti. Tutto all’insaputa dei parenti dei defunti “cacciati” e oltraggiati. L’orripilante e spregiudicato piano è stato scoperto a Tropea, nel Vibonese.

La Guardia di finanza di Vibo Valentia, dopo indagini coordinate dalla Procura guidata da Camillo Falvo, hanno così arrestato i presunti responsabili. Si tratta di padre e figlio, Francesco e Salvatore Trecate di 62 e 38 anni, e Roberto Contartese di 53 anni, tutti di Tropea, i primi due con precedenti.

I tre, per ordine del gip sono finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere, violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato, reati commessi all’interno del cimitero di Tropea.

Le indagini, condotte dalle Fiamme gialle e dirette dal pm Concettina Iannazzo, hanno consentito di porre fine al programma criminoso realizzato dai tre soggetti arrestati.

Le investigazioni, spiegano gli investigatori, scaturiscono dallo sviluppo di  molteplici e precisi elementi informativi acquisiti da pattuglie in servizio che hanno determinato l’avvio di un’attenta e costante attività di osservazione nei confronti dei tre indagati, che svolgevano la loro attività lavorativa all’interno del cimitero di  Tropea,  il  primo  dei  quali percepiva  il  reddito  di  cittadinanza  mentre  il secondo l’indennità di disoccupazione.

Gli indagati, senza alcuna autorizzazione ed in totale spregio di qualsiasi disposizione contenuta nel regolamento di polizia mortuaria comunale – secondo l’accusa – avrebbero eseguito numerose estumulazioni illegali, al fine di conseguire, con ogni probabilità, illeciti profitti, assicurando ai congiunti di persone defunte l’utilizzo di loculi per la sepoltura, resi improvvisamente disponibili, eliminando, senza averne titolo, i poveri resti mortali rimasti di altre persone già sepolte da anni, approfittando della situazione di grave carenza di posti liberi che da molto tempo esiste presso il Cimitero di Tropea.

Le immagini video realizzate dagli investigatori, catturate grazie all’installazione di   un   impianto   di   videosorveglianza,   autorizzato   dal   Procuratore   della Repubblica di Vibo Valentia, hanno consentito di documentare che i tre soggetti, in un’area interna e riparata del cimitero, senza il minimo scrupolo, hanno proceduto, in molte occasioni, ad estrarre i cadaveri di persone decedute da molti anni, a volte non ancora decomposti, distruggendoli e smaltendo illecitamente i resti mediante incenerimento sul posto o gettandoli nei contenitori riservati alla raccolta dei rifiuti urbani.

Durante le operazioni di polizia giudiziaria è stato altresì accertato che Francesco Trecate, dipendente comunale e pertanto nella sua veste di incaricato di pubblico servizio, utilizzava indebitamente un automezzo di proprietà dell’Amministrazione Comunale di Tropea per fini privati, ovvero per il trasporto di lapidi presso un laboratorio esterno e di materiale edile impiegato per la ristrutturazione delle cappelle.

I finanzieri hanno altresì eseguito un decreto di perquisizione presso le abitazioni dei tre arrestati ed all’interno del cimitero di Tropea. Contestualmente, altri militari si sono recati presso gli uffici del Comune di Tropea per visionare ed acquisire documenti ed altri possibili elementi utili alla prosecuzione delle indagini.