‘Ndrangheta, 5 arresti nella ‘Locale di Filandari’

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Cinque persone sono state arrestate (tre in carcere e due ai domiciliari) tra Vibo Valentia e Monza Brianza, dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo, coadiuvati da quelli della Compagnia di Seregno (Monza e Brianza), della Stazione di Filandari e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria.

I provvedimenti, emessi dalla Corte di appello di Catanzaro, hanno colpito altrettanti esponenti della “Locale di Filandari” accusati di traffico di stupefacenti.

I cinque, esponenti della famiglia Soriano, le cui recenti scarcerazioni avevano destato particolare clamore mediatico e preoccupazione nella popolazione di Ionadi e Filandari per essere stata esposta, in passato, a richieste estorsive, atti intimidatori e anche ritorsivi, sono stati arrestati grazie all’intervento della Procura generale di Catanzaro, che, sulla scorta delle risultanze delle indagini dei carabinieri, ha circostanziato un grave quadro indiziario e un concreto pericolo di reiterazione dei reati a carico degli indagati.

Giuseppe Soriano, Graziella Silipigni, Francesco Parrotta – condotti in carcere – Caterina Soriano e Luca Ciconte – ai domiciliari – sono stati riconosciuti responsabili, a vario titolo, dei reati a loro contestati, con sentenza della Corte d’appello di Catanzaro, con pene che vanno dai 10 anni e 4 mesi ai 13 anni e 4 mesi di reclusione.

Di rilievo il diretto coinvolgimento delle donne della famiglia Soriano nell’organizzazione delle attività illecite, protagoniste anche nella tenuta dei rapporti coi singoli pusher e nell’amministrazione dei proventi illeciti.