Rinascita-scott, arrestato a Genova il latitante Pasquale Bonavota

Carlomagno

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Pasquale Bonavota

E’ stato arrestato a Genova dai carabinieri del Ros Pasquale Bonavota, classe ‘74, ricercato inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del ministero dell’interno.

Le indagini che hanno consentito la cattura in Liguria di Bonavota sono state condotte dal Reparto operativo speciale dell’Arma e dai comandi provinciali di Vibo Valentia e Genova, sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro.

Bonavota, era ricercato in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’indagine Rinascita – Scott del Ros, dal tribunale di Catanzaro, poiché ritenuto responsabile di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca Bonavota rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio (Vibo Valentia).

Bonavota era l’unico soggetto rimasto in stato di latitanza a seguito dell’esecuzione dell’operazione Rinascita – Scott che, il 19 dicembre 2019, ha portato all’arresto di 334 persone ritenute appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese.

Pasquale Bonavota – è scritto in un passaggio dell’ordinanza – “aveva il ruolo di capo “Società”, e prendeva insieme agli altri esponenti apicali dell’organizzazione le decisioni più importanti, curando gli interessi del sodalizio nella zona di Roma e nei settori del gioco d’azzardo e del traffico di droga”.

Viveva in un appartamento nella zona nord di Genova, Pasquale Bonavota, il latitante arrestato stamani dai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Vibo Valentia e Genova. La cosca Bonavota, radicata a Sant’Onofrio, nel vibonese, ha strutture ben radicate in Liguria, Piemonte e Lazio. I carabinieri sono così giunti a Genova dove hanno rintracciato un circuito di utenze telefoniche riservate.

Tra queste hanno seguito quella che pensavano dovesse condurre al boss in fuga. L’utenza copriva un’area circoscritta che comprendeva anche la Cattedrale di San Lorenzo. La chiesa è divenuta, dunque, uno degli obbiettivi sorvegliati dai militari. Questa mattina i carabinieri, proprio in questa area, hanno individuato Bonavota, lo hanno seguito per un tratto di strada e lo hanno raggiunto nella cattedrale.

Bonavota è stato trovato, da solo, mentre stava pregando. I carabinieri si sono avvicinati e gli hanno chiesto di seguirlo. Lui ha ammesso di essere Bonavota e li ha seguiti. Una volta fuori, l’uomo è stato consegnato ad una pattuglia radiomobile e portato in caserma. L’uomo era in possesso di un documento appartenente a un altro soggetto del Vibonese. I carabinieri stanno ora eseguendo una serie di perquisizioni nell’appartamento genovese ma anche in altre zone d’Italia per scovare la rete di fiancheggiatori che hanno favorito la latitanza di Bonavota.

“Un risultato importante, frutto di anni di collaudata sinergia tra il Ros e la Dda. Questa indagine conferma l’indispensabilità delle intercettazioni, senza le quali non saremmo arrivati alla cattura del boss Pasquale Bonavota”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri commentando la cattura del latitante Pasquale Bonavota. “L’arresto – ha detto Massimiliano D’Angelantonio, comandante del II reparto investigativo del Ros – è il frutto della costante collaborazione tra la Dda di Catanzaro e l’Arma dei Carabinieri in tutte le sue componenti, Ros, Territoriale e Cacciatori. Giunge a seguito di una complessa strategia di contrasto decisa dai vertici del Raggruppamento nei confronti della ‘ndrangheta e che oltre all’operazione Rinascita-Scott ha riguardato anche le operazioni Stige e Petrolmafie sempre coordinate da Dda di Catanzaro”. Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro e Rocco Morabito, il
Reparto operativo speciale dei carabinieri ha messo a segno dunque un altro importante risultato. Un risultato dietro al quale si trova la regia del generale del Ros Pasquale Angelosanto che ha coordinato tutte le operazioni.