Elezioni regionali Veneto. Secessione in casa Lega. Tosi con un piede fuori

Carlomagno

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elezioni regionali veneto, scontro nella Lega
Da sinistra Salvini, Tosi e Zaia (Ansa/Percossi)

Fabrizio de Feo per il Giornale

La guerra fratricida con Zaia per la candidatura a governatore del Veneto sta raggiungendo il culmine. Salvini: «Chi non è d’accordo con me può andarsene». Scontro totale. A pochi giorni dalla manifestazione romana di Piazza del Popolo, la disfida fratricida tra Luca Zaia e Flavio Tosi per la candidatura a governatore del Veneto, arriva al redde rationem.

«Zaia non si tocca. Chi vuole discutere uno dei governatori leghisti più amati di sempre lo fa fuori dalla Lega» attacca Matteo Salvini. «Se Tosi dà una mano a Zaia fa il suo mestiere, se ha altre idee lo dica», aggiunge. «Non esiste nessuna doppia candidatura, il candidato era ed è Zaia, chi non è d’accordo ha un mondo davanti a sé, che non è in Lega».

Insomma un chiaro invito a prendere la porta, anche se a precisa domanda su una possibile espulsione il segretario del Carroccio resta prudente: «Io non espello nessuno», ma «è qualcuno che eventualmente si autoesclude, chi non sostiene Zaia, sostenga la Moretti, Passera, sostenga Alfano». Salvini pizzica Tosi anche sulla sua possibile assenza alla manifestazione di sabato. «Ma come? In tanti perderanno la domenica di riposo e si alzeranno prima dell’alba.
Vieni. Punto. Poi discutiamo della Regione».

Parole dure arrivano naturalmente anche da Zaia che liquida come «abominevole» l’ipotesi di una discesa in campo di Tosi. A difesa del governatore uscente anche il sindaco di Padova, Massimo Bitonci: «La Liga veneta è forte come non mai, unita e si riconosce in Salvini e in Zaia. Non vedo alcuno scontro fra Lombardia e Veneto. L’unica frattura, purtroppo evidente, è quella fra un singolo esponente, impegnato in una lotta personale che non convince nemmeno i suoi fedelissimi, e il resto del movimento». Più morbido il giudizio di Roberto Maroni.

«Lo stimo, gli sono amico, ma non può mettersi contro Zaia. Sarebbe un errore gravissimo per lui e per la Lega».
La replica di Tosi è secca e circostanziata. «Se Salvini decidesse di espellermi? Spetta al consiglio federale, in ogni caso ognuno si assume le sue responsabilità. Dicevano che ero fuori dalla Lega perché ero contro la secessione, adesso nessuno è più secessionista». Regionali perse? «Non è detto, magari si candida Topo Gigio con una lista civica di centrodestra e diventa presidente della Regione».

Tosi, insomma, non indietreggia, e apre sulla partecipazione alla manifestazione romana: «Ho impegni istituzionali nella mia città e devo vedere la compatibilità, ma siccome c’è chi strumentalizza… e non parlo di Salvini, farò l’impossibile per esserci. Io dormo 4-5 ore a notte per lavorare, e poi c’è chi fa polemica, non è sul territorio e prende un pacco di soldi perché riveste ruoli istituzionali. Questa gente dovrebbe solo vergognarsi».

Per lunedì è stato convocato il consiglio federale della Lega Nord. Tra i punti all’ordine del giorno l’analisi dell’esito della manifestazione «Renzi a casa» e la questione delle Regionali. Una riunione durante la quale l’anima veneta del movimento più vicina a Luca Zaia è determinata a chiedere il commissariamento di Tosi, alla guida della Liga da due anni e mezzo. A maggior ragione se il sindaco di Verona non parteciperà alla manifestazione di sabato.

C’è anche la questione delle liste civiche da affrontare. Tosi da tempo, con la sua Fondazione «Ricostruiamo il Paese» ragiona sull’embrione di un progetto di una Lega più moderata, una Lega di governo, partendo dal presupposto che i toni di Salvini possono portare a una fiammata, ma non potranno mai rendere il Carroccio competitivo per la vittoria.

Diversa anche la sua idea delle alleanze, con un approccio meno improntato alla «purezza leghista» e più a una logica di coalizione. di Fabrizio de Feo Roma Gli anni che Flavio Tosi, 46 anni, ricopre la carica di sindaco di Verona. Eletto il 29 maggio 2007 è stato poi rieletto per un secondo mandato il 7 maggio 2012 Gli onorevoli fra Camera e Senato sui quali può far conto la Lega in Parlamento. Lo stesso Matteo Salvini alle Politiche 2008 è stato eletto deputato. Oggi è a Bruxelles.