La Quinta sezione Penale della Cassazione ha confermato la condanna a venti anni di carcere per Salvatore Parolisi, l’ex caporal maggiore dell’Esercito, ritenuto responsabile dell’omicidio della moglie, Melania Rea, avvenuto nell’aprile del 2011 in un bosco in provincia di Teramo
Il ricorso di Parolisi contro la condanna ridotta nell’appello bis è stato “rigettato”, come aveva chiesto la procura della Cassazione la mattina del 13 giugno 2016. E’ stato dunque confermato quanto deciso dalla Corte di Assise di Perugia, nel secondo processo d’Appello, con la sentenza emessa il 27 maggio 2015, che ora è definitiva.
L’OMICIDIO – E’ il 18 aprile 2011 quando Carmela Melania Rea, 29 anni, scompare sul Colle San Marco di Ascoli Piceno, dov’era andata per trascorrere qualche ora all’aria aperta insieme al marito, Salvatore, militare del 235esimo Reggimento Piceno, e alla loro bambina di 18 mesi. Secondo quanto verrà riferito da Parolisi, l’unico in grado di confermare questa circostanza, la donna si allontana per andare in bagno in uno chalet. Nessuno però, si apprenderà in seguito, l’ha mai vista entrare.
E’ lo stesso marito di Melania, trascorsi una ventina di minuti, a dare l’allarme: Parolisi, non vedendo rientrare la moglie, chiama i soccorsi e fa scattare le ricerche. Il suo corpo viene scoperto due giorni dopo, il 20 aprile, in seguito alla telefonata anonima di un uomo che, intorno alle 14.30-15.00, avverte il 113 da una cabina telefonica pubblica del centro di Teramo ma che non verrà mai rintracciato.
La salma di Melania Rea viene ritrovata in un bosco di Ripe di Civitella, nel teramano, a circa 18 chilometri di distanza da Colle San Marco, poco lontano dalla località chiamata Casermette, dove si svolgono esercitazioni militari di tiro. Presenta ferite di arma da taglio e una siringa conficcata sul suo corpo. L’autopsia, eseguita dal medico Adriano Tagliabracci, appurerà che Melania è stata uccisa con 35 coltellate, ma non vengono trovati segni di strangolamento e nemmeno di violenza sessuale.
L’arresto di Salvatore Parolisi arriva invece quasi un mese dopo: a chiederlo il procuratore di Ascoli Piceno, Michele Renzo e il sostituto Umberto Monti. A disporlo il gip Carlo Cavaresi, che il 19 luglio dispone la misura cautelare in carcere. Per il primo giudice che lo spedisce dietro le sbarre, Parolisi avrebbe ucciso la moglie Melania Rea a causa della situazione che si era creata con l’amante, una soldatessa dell’esercito. La misura cautelare in carcere verrà confermata dalla Corte di Cassazione il 28 novembre del 2011. dopo cinque anni nelle aule di giustizia, oggi 13 aprile 2016 Parolisi è stato definitivamente condannato a 20 anni di carcere dalla Corte di Cassazione.
Parolisi,