Sono in totale quasi 700 gli anni di reclusione inflitti dalla Corte d’Appello di Bologna per i 118 imputati del maxiprocesso “Aemilia”, contro la cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro ramificata in Emilia-Romagna. La procura generale aveva chiesto pene per circa mille anni.
I condannati sono stati 91, mentre ci sono state 27 tra assoluzioni, proscioglimenti e prescrizioni. Condanna a due anni confermata per Vincenzo Iaquinta, imputato non per mafia ma per reati di armi. All’ex calciatore, campione del mondo nel 2006, i giudici hanno concesso però il beneficio della sospensione condizionale.
Il padre del campione, l’imprenditore Giuseppe Iaquinta, accusato di associazione mafiosa, si è visto ridurre la pena da 19 a 13 anni. I giudici hanno letto un lungo dispositivo nell’aula bunker della Dozza, per i 118 imputati.